Processo Sme, nuovo no a Previti Non ci sarà il cambio di Tribunale
Una risposta che ricalca il parere già espresso dalla Procura generale e che segna la terza bocciatura di un'iniziativa di Previti contro il collegio della prima sezione penale che lo sta giudicando nel processo sulla presunta corruzione di magistrati che si occuparono della vendita della Sme. Previti aveva chiesto la ricusazione del Tribunale perché «inerte» e «fiancheggiatore delle strategie del pm» riferendosi alla decisione di stralciare la posizione di Silvio Berlusconi dal dibattimento e di rifiutare l'acquisizione agli atti dei documenti contenuti nel fascicolo 9520 tuttora in mano alla Procura e che, secondo la difesa, sarebbero decisivi per provare l'estraneità del parlamentare di Forza Italia dai fatti contestati. «A prescindere da qualsiasi considerazione circa la fondatezza o meno delle argomentazioni poste» scrive la Corte d'Appello nelle tre pagine di motivazioni «l'istanza si palesa senza ombra di dubbio tardiva». I difensori di Previti l'avevano presentata il 26 maggio scorso contestando la scelta del Tribunale di respingere le richieste di revoca dell'ordinanza di stralcio e chiusura del dibattimento avvenuta all'inizio dell'udienza di venerdì scorso, prima che il pm, Ilda Boccassini, iniziasse la sua requisitoria. Secondo la Corte d'Appello, la ricusazione avrebbe dovuto essere depositata entro la fine dell'udienza stessa o, al più tardi, «in caso di impossibilità oggettiva» il giorno dopo e non il lunedì successivo. E in più, scrivono i giudici dell'Appello presieduti da Giorgio Riccardi, «appare chiaro come il pregiudizio ostile, la parzialità e la mancata terzietà» denunciate nella ricusazione si riferiscano addirittura alla decisione dello stralcio presa il 16 maggio, tanto da rendere «palesemente tardiva» l'iniziativa. Una bocciatura per Previti che è stato condannato anche al pagamento di un'ammenda di mille Euro. Duro il commento dei difensori del parlamentare di Forza Italia: «È una decisione assurda» ha detto l'avvocato Alessandro Sammarco.