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La Federazione della Stampa gli dà il «malvenuto» proclamando tre giorni di sciopero politico

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Risolto il caso Corriere della Sera. Gli azionisti lo confermano all'unanimità invitandolo a restare, ma lui si dice «stanco» Il gran rifiuto di De Bortoli. Folli direttore

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Al suo posto è stato designato un interno, il notista politico di punta Stefano Folli. Confermato al suo fianco il vicedirettore Paolo Ermini. Il nuovo vice sarà invece Luciano Fontana. La notizia del gran rifiuto non è ancora battuta dalle agenzie quando già la Federazione della Stampa conferma il pacchetto di tre giorni di sciopero (due per il Tg3 e uno per il Corriere) contro il Governo. Il giallo di via Solferino si è concluso ieri, alla fine di un lungo giorno, dopo un pomeriggio di tensione, all'interno della sala del Teatro Angelicum, a pochi passi dalla sede milanese del giornale. Lì si sono tenute la riunione del patto di sindacato Rcs Mediagroup (presenti fra gli altri: Cesare Romiti e il figlio Maurizio, Marco Tronchetti Provera, Gabriele Galateri di Genola, Umberto Quadrino e Giovanni Bazoli) e poi le assemblee dei CdA di Rcs e Mediagroup. Nel corso dell'incontro degli azionisti, la proprietà aveva però confermato De Bortoli (il suo contratto era in scadenza), il quale, entrando dalla porta secondaria e sfuggendo cronisti e telecamere, ha assistito a tutte le riunioni di cui era l'unico protagonista. Ma il direttore del Corsera (da giorni con la lettera di dimissioni in tasca), nonostante la fiducia ricevuta dall'editore e l'elogio del suo operato, ha detto «no» all'invito a restare. «Sono stanco», ha risposto semplicemente. A questo punto, sempre all'unanimità, la proprietà ha designato Stefano Folli alla guida del quotidiano. Il clima a via della Moscova, anche secondo il sindacato della testata che verso le 22 ha incontrato il presidente di Rcs MediaGroup, Guido Roberto Vitale, accompagnato dall'amministratore Rcs quotidiani, Gaetano Mele, è stato sempre molto tranquillo e sereno. Niente polemiche né porte sbattute. De Bortoli, quindi se ne va «morbidamente», dopo sei anni esatti di direzione e c'è già qualcuno che parla di una sua possibile candidatura a sindaco di Milano. Intanto, continuerà ad operare nell'ambito del gruppo in una posizione al vertice della Rcs Libri. Le polemiche però non mancano. Mentre Maurizio Romiti, ad di Rcs Mediagroup, conferma questo clima disteso affermando che «con le decisioni prese sono state confermate e ribadite l'autonomia e la continuità della linea del giornale», la sinistra insorge lo stesso. «In questo paese non si riesce nemmeno a sopportare un giornale equilibrato, che certamente non può essere accusato di essere di opposizione», sentenzia il capogruppo Ds in Commissione di vigilanza, Antonello Falomi. Luciano Violante rincara la dose affermando che «è in pericolo la libertà del Paese». Bertinotti invece fa gli «auguri di buon lavoro al nuovo direttore Stefano Folli». Si riparla di sciopero, strumentale. A notte fonda il Cdr convoca una assemblea dei giornalisti del quotidiano con all'ordine del giorno l'avvicendamento alla direzione.

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