RICUSAZIONE RESPINTA: ACCUSE INFONDATE
È il parere espresso dalla Procura generale in tre cartelle firmate dal sostituto Laura Bertolè Viale. Il parlamentare di Forza Italia aveva chiesto che venisse sostituito l'intero collegio della prima sezione penale, presieduto da Luisa Ponti con i giudici a latere Carmen D'Elia e Guido Brambilla, colpevole di essersi dimostrato «inerte» e «fiancheggiatore» delle strategie della pubblica accusa nella scelta di stralciare la posizione di Silvio Berlusconi e di non acquisire agli atti i documenti richiesti dalla difesa e contenuti nell'ormai celeberrimo fascicolo 9520. Accuse pesantissime che nel parere espresso dalla Procura generale vengono definite «manifestamente infondate» e per di più «presentate oltre i termini consentiti», prima cioè che il pm Ilda Boccassini iniziasse, venerdì scorso, la sua lunga requisitoria o al massimo subito dopo. Nelle motivazioni del parere del pg si legge, poi, che non vi può essere motivo di ricusazione per «inimicizia» solo prendendo in considerazione atti compiuti all'interno del processo. «La richiesta - scrive la Procura - deve essere ancorata a dati di fatto concreti, e precisi, estranei alla realtà processuale e autonomi rispetto a questa», circostanza che non viene riconosciuta nell'istanza di Previti nella quale «si citano atti e dichiarazioni tratte da altro processo, ma non è indicato nessun dato di fatto concreto e preciso estraneo alla realtà processuale». Per questo motivo, secondo la Procura generale l'ipotesi di ricusazione per mancata acquisizione di atti o testi richiesti dalla difesa non può nemmeno essere presa in considerazione. I verbali delle confidenze di Stefania Ariosto prima che iniziasse la sua collaborazione con la Procura, gli atti delle indagini compiute dal pm, Paolo Ielo, presso gli uffici giudiziari romani e la deposizione resa dall'avvocato Fassone di Efibanca, devono restare, dunque, fuori dal processo. Il sostituto procuratore ha anche chiesto che Previti sia condannato al pagamento di un'ammenda di mille Euro. Nelle prossime ore è attesa la decisione della quinta Corte d'appello. In caso di conferma dell'inammissibilità, via libera alla conclusione della requisitoria della Boccassini, già prevista nell'udienza fissata per domani. In caso contrario il processo si fermerà, ma bisogna ricordare che questa è la terza istanza di ricusazione presentata dai legali di Previti nel processo Sme, l'ottava considerando anche il processo Imi-Sir/Lodo Mondadori. E che nelle sette precedenti occasioni la Corte d'appello ha sempre dato torto al parlamentare di Forza Italia.