DOPO LE CRITICHE DEL COMMISSARIO

Il presidente della commissione europea non ha mai nascosto la propria contarietà di fronte ad alcune nuove istituzioni previste nella bozza di costituzione europea e ieri è tornato ad attaccare il lavoro fin qui compiuto dalla Convenzione guidata dall'ex capo di Stato francese, che ha elaborato la futura Carta dell'Unione allargata a venticinque membri. Proprio ieri è stato reso noto il testo del preambolo della Costituzione Ue dedicato ai valori religiosi in cui si respingono le richieste avanzate dalle Chiese e dal Partito Popolare Europeo di inserire la menzione di Dio nell'articolo 2 della bozza di trattato. Si è invece arrivati a una soluzione patrocinata da d'Estaing che cerca il compromesso tra laici e credenti. Le parole di Prodi sono state pesanti come macigni. «È un testo deludente, privo di ambizioni e lungimiranza», ha attaccato da Atene, dove si è recato per il vertice fra Ue e Canada. Secondo il capo dell'esecutivo europeo la bozza non risolve i problemi lasciati insoluti dal Trattato di Nizza e, per certi versi, rappresenta perfino un passo indietro. Il dito è puntato in particolare sulla limitata estensione del voto a maggioranza qualificata. Secondo Prodi, il rischio è quello di giungere a una quasi totale paralisi della capacità decisionale dell'Unione. Soprattutto in materia di politica fiscale ed estera continuerebbe ad essere richiesto il consenso unanime di tutti gli Stati membri. La maggioranza sarebbe sufficiente soltanto per quanto concerne la cooperazione amministrativa, la lotta contro le frodi sull'Iva e il diritto delle società. In politica estera, poi, si delibererebbe a maggioranza nel caso in cui si trattasse di proposte formulate dai governi e presentate al Consiglio dal ministro degli esteri europeo. Troppo poco per Prodi, il quale contesta anche l'ipotesi di nuova architettura istituzionale dell'Ue, con la creazione di un superpresidente europeo, e la deficitaria definizione delle rispettive competenze di Commissione, Consiglio e Parlamento. Oggi inizia la discussione sulla bozza presentata martedì scorso e il presidente della Commissione ha lanciato un appello ai 105 membri della Convenzione affinchè emendino il testo. «Bisogna darsi una svegliata - ha ammonito - perchè non possiamo permetterci di rimanere vittime di un testo che minaccia di paralizzare l'Europa». «Ma è Prodi che frena», ha replicato Giscard D'Estaing. «Prodi non deve essere ingeneroso, perchè la Convenzione è stata fin qui animata da forza propositiva», è l'opinione del vicepremier Gianfranco Fini, mentre Carlo Azeglio Ciampi incoraggia Valery Giscard d'Estaing ad andare avanti: «La scelta va quindi operata, pienamente e senza indugi, in queste settimane». Il ministro degli esteri Franco Frattini ha spiegato che le obiezioni di Prodi verranno attentamente valutate, così come quelle di diversi Paesi piccoli dell'Unione.