De Bortoli, fiducia dalla redazione. Oggi la verità
Sapremo, dalla riunione del patto di sindacato della Rcs Media Group, qual è il futuro del «Corriere della Sera» e del suo «condottiero» che da sei anni lo guida, tra pressioni e maremoti, il Ferruccio De Bortoli al centro di un «giallo» (a ben guardare annunciato da mesi, anzi da più di un anno) sulle sue dimissioni vere o presunte. Fatto sta che l'affollatissima assemblea dei giornalisti, riunita ieri per circa due ore, ci ha tenuto a riconfermare la piena fiducia a De Bortoli e a ricordare la particolare procedura di nomina di un direttore al quotidiano di via Solferino. Che prevede: nessuna decisione senza una preventiva consultazione con i rappresentanti dei giornalisti. La storia è semplice: è quella di un editore che starebbe trattando con la politica il nome del nuovo direttore, quella di un rapporto ormai logoro del direttore con i vertici dell'azienda, quella di una lettera riservata sul presunto addio di De Bortoli al quotidiano di via Solferino svelata (o voluta svelare) on line dal sito Dagospia. E poi, a condire il tutto, nè conferma nè smentita sulle dimissioni («Non parlo perché ora non sono in grado di farlo. Svelerò tutto, appena possibile», ha confidato De Bortoli) insieme a una girandola di nomi di papabili degna del totonomine Rai, azzarda qualcuno, dal notista del Corriere Stefano Folli a Pietro Calabrese (ex Messaggero, ora Gazzetta dello sport), da Ernesto Auci a Guido Gentili (ex Sole 24 ore). Che De Bortoli - il contratto scade a fine mese, ma di solito è un appuntamento burocratico che si rinnova tacitamente con una proroga - fosse non troppo gradito al Cavaliere è cosa nota. Ma che questa «antipatia» possa essere l'unica causa di un possibile divorzio dal Corriere pare veramente troppo. Ieri l'assemblea dei giornalisti - definita dai partecipanti più «anziani» come «una delle più affollate della storia de Corsera» - ha dunque confermato la «piena fiducia» al direttore, eletto a suo tempo con oltre il 90 per cento dei voti di gradimento. In una riunione di un paio d'ore, è stato approvato all'unanimità un documento in cui si chiede che per l'eventuale sostituzione la proprietà rispetti la procedura stabilita ad hoc per il Corriere. Una diffida preventiva, visto che di cosa succederà oggi non si sa nulla. Ma eccola: prima di una decisione deve essere svolta una consultazione con i rappresentanti dei giornalisti. Così, il Cdr chiede di partecipare alla riunione del Patto di sindacato di Rcs Mediagroup, «nel caso in cui la proprietà intenda intervenire nella direzione del Corriere». Oggi sarà il giorno della verità ed è chiaro che l'eventuale sostituzione di De Bortoli aprirebbe una reazione a catena in quotidiani e settimanali italiani, per non parlare delle direzioni di alcuni telegiornali. I commenti alla vicenda sono tanti e tutti parlano bene di De Bortoli. La politica «spero resti accuratamente fuori» dalle vicende del Corriere della Sera, si augura il segretario generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi, che sottolinea: «È un grande direttore. E lo dico sapendo che certo non succede spesso che il segretario di un sindacato dica una cosa del genere». «De Bortoli è un ottimo professionista, la sua professionalità è fuori da ogni discussione. A quanto ci è dato di capire -sostiene il responsabile informazione di An Alessio Butti- sembrerebbe avesse intenzione di rimettere il proprio incarico in prospettiva dell'incontro al vertice di oggi: questa è la cronaca dei fatti tutto il resto è dietrologia». Giu.Cer.