La Russa: «Recuperiamo la nostra identità»
Il capogruppo della destra: «Più vicini a pubblico impiego e forze dell'ordine»
Il discorso è tutto di contenuti». Ignazio La Russa, presidente dei deputati di An, respinge le accuse sul partito di Fini e contrattacca: «Innanzitutto voglio dire forte e chiaro che nel complesso An è andata bene». Presidente, ma su Roma c'è stata una debacle per la Cdl? «No, non è vero. Roma è sempre stata un osso duro per noi. Partivamo da 17 collegi persi su 24 alle elezioni politiche di appena due anni fa. Quando, voglio ricordare, vinse di nuovo un sindaco di sinistra, Walter Veltroni contro un candidato di Forza Italia». Non è colpa del candidato Silvano Moffa, secondo lei? «Non mi sembra affatto. Anche quando abbiamo provato a vincere con esponenti di centro il risultato non è stato moto diverso. Quindi...». Allora sapevate in partenza di perdere? «Sapevamo che era molto difficile. E poi Veltroni non è che sia stato proprio con le mani in mano in questi mesi, basta vedere i risultati dei Ds per rendersi conto che siamo partiti da una situazione che non era completamente a nostro favore. Era una sfida difficile e ce l'abbiamo messa tutta. Non ce l'abbiamo fatta. E le responsabilità non sono solo di An, ma di tutta la Casa delle Libertà». Che cosa vuol dire? Che non tutti nella coalizione hanno dato il massimo? «Dico che certamente non si può incolpare An. A Roma ha perso tutta la Cdl. Come ha vinto in altre zone. In Sicilia, tanto per fare un esempio, in due città su tre nelle quali siamo andati al ballottaggio, abbiamo candidati del nostro partito. E così anche a Brescia con la nostra Beccalossi e in altre città. Insomma, il centrodestra vince con candidati di destra in tutta Italia». Sul voto ha influito anche un certo malcontento nei confronti del governo? «Non credo ci sia malcontento. Ma penso che certe scelte hanno fatto male, non sono state comprese. Come sul pubblico impiego, oppure come decidere di vendere le case dei militari proprio in campagna elettorale. Abbiamo messo in crisi anche alcuni nostri elettori». È mancato il ceto medio? «In parte sì. Ma non credo che si debba colpevolizzare qualcuno. In generale si è trattato di alcune scelte che si potevano evitare». Verifica politica, che cosa vuol dire? Che dopo i ballottaggi chiederete il rimpasto? «Chiediamo di verificare l'azione del governo e vedere cosa ha funzionato e cosa no. Registrare dove qualcosa è mancato e modificare l'azione». D'accordo, in una parola: rimpasto? «No, non è una questione di poltrone. È una questione politica, di contenuti». Quali contenuti, presidente? «Sicurezza, legge e ordine. Insomma, i temi di destra. Ci vuole più destra nell'azione del governo. Dobbiamo recuperare un'azione più incisiva, più netta e chiara. Questo voglio dire. E certamente è necessario anche che ricominciamo a dialogare con le categorie sociali, a cominciare da quelle che ci sono vicine». E questo è un problema solo di An o di tutta la coalizione? «Di tutto il centrodestra, è ovvio. Per questo chiediamo la verifica. Ora dobbiamo concentrarci tutti su i ballottaggi. Dopo si vedrà, parleremo tutti assieme». F. D. O.