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INTERVENUTE LE FORZE DELL'ORDINE

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Malori, incidenti e ritardi Spoglio record a Messina

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Nella città dello Stretto, infatti, alcuni seggi non avrebbero neppure cominciato il conto delle schede delle circoscrizioni e rischiano di finire in nottata, dopo avere iniziato alle 15 di lunedì. Secondo la Digos della Questura, i ritardi sarebbero legati anche all'impreparazione di molti presidenti di seggio e degli scrutatori. In un seggio un presidente e un segretario l'altra notte sono stati colti da malore e si è reso necessario prima il loro ricovero in ospedale, poi la sostituzione nell'incarico. Per la Prefettura di Messina, costretta a sostituire componenti dei seggi che hanno rinunciato all'ultimo momento, sono ore di grande impegno e lavoro. I tempi lunghi dello scrutinio vengono giustificati anche con l'elevato numero di liste e candidati: a Messina Nord è stato registrato il record della scheda più lunga d'Italia, circa 90 centimetri, con 20 liste. I ritardi erano cominciati l'altro ieri sera alla chiusura delle urne: alle 15 c'erano ancora elettori che non avevano espresso il voto e le operazioni sono proseguite per diverse ore rispetto al previsto. Polizia e carabinieri sono dovuti intervenire per riportare la calma tra alcuni elettori particolarmente stressati dalla lunga attesa. Secondo quanto si è appreso dalla Digos della Questura di Messina, i ritardi sarebbero da mettere in relazione sopratutto all'inesperienza di alcuni presidenti e dei componenti i seggi elettorali, molti dei quali al loro «esordio», e anche alla riduzione del numero delle circoscrizioni. La polizia ha anche avviato indagini su anomalie che sono segnalate in tre seggi dove sono state riscontrate schede precompilate. Secondo la Digos, sarebbero stati errori involontari e non manomissioni dolose. La Procura di Messina ha anche interrogato l'elettore sorpreso all'interno di una cabina elettorale a fotografare la propria scheda dopo il voto. Ai magistrati il giovane, che è stato rilasciato senza essere indagato, ha detto di «essere un fotografo» e che lo scatto «serviva a realizzare un personale reportage sulle votazioni».

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