I DS CONTRO IL TELEGIORNALE DI MIMUN
Fassino: Tg1 dal Garante. Fi e Udeur: ingiusto
I Ds rincarano la dose e vogliono portare il caso in Vigilanza e dal Garante, mentre l'Usigrai chiede che i vertici della Rai «facciano chiarezza» sulle polemiche che hanno coinvolto il Tg1: «Nell'edizione delle 20 dell'altra sera mancava il tradizionale collegamento con il Ministero dell'Interno - afferma il sindacato - dal quale avrebbero dovuto essere forniti i dati dello scrutinio relativi alle province non coperte da exit-polls e proiezioni». E Piero Fassino ieri è tornato ad accusare la Rai: «Confermo il profilo rumeno dell'informazione data dalla Rai e segnatamente dal Tg1», ma stavolta se la prende oltre che con il Tg1 anche con il Tg2 a suo giudizio colpevoli di aver fatto «un'opera di disinformazione». L'irritazione era già cominciata quando il portavoce del segretario aveva definito il Tg diretto da Clemente Mimun «degno della televisione di Ceausescu» e ieri ha deciso di protestare ufficialmente con la Vigilanza Rai, con il Garante dell'informazione e con i vertici dell'azienda pubblica. A difendere il Tg1 scende in campo Forza Italia: «È vergognoso che Fassino citi Ceaucescu. Proprio lui che lo ha frequentato e forse anche osannato», afferma Sandro Bondi. «Quando finalmente l'obiettività e l'imparzialità vengono rispettate i Ds diventano tori infuriati», conclude Bondi, mentre Roberto Cuillo, portavoce del segretario Piero Fassino, rimbecca il portavoce di Fi Sandro Bondi e tira le orecchie al Tg1. «Caro Bondi, ecco l'imparzialità del Tg1: si è fatto credere che l'esito delle provinciali sia stato 7 a per il centrodestra. La realtà indica invece un 5 a 4 per il centrosinistra, con tre ballottaggi del tutto aperti» dice. Per l'Udeur dire che il Tg1 è fazioso «è ingiusto», sostiene poi il partito di Mastella. «Vorremmo esprimere lo stesso parere anche nei confronti di Ballarò e di Primo Piano, trasmissioni che il segretario politico dell'Udeur segue sempre da casa ma alle quali non ha mai avuto la fortuna di essere invitato».