Fini: «Questo voto è politico e preoccupa. Dopo i ballottaggi bisognerà confrontarsi con gli alleati»
In base alle proiezioni fino a ieri sera, la distanza fra il vincitore Gasbarra e il presidente uscente Moffa era ormai incolmabile, 54,1% contro il 43%. Una situazione che non piace affatto ad An, dove si imputa anche all'effetto dei continui attacchi anti-Roma sferrato da Bossi in questi mesi, il mancato successo elettorale della Cdl. È quindi lo stesso Fini ieri sera a dire senza mezzi termini che questo voto, «ha un significato politico» e quindi ad annunciare che, appena terminata coi ballottaggi questa vicenda elettorale, nella Cdl dovrà aversi un chiarimento. E non è escluso che un vertice della Cdl possa aver luogo già oggi. Intanto ad Arcore, ieri sera Bossi va a cena da Berlusconi ostentando soddisfazione per i risultati della Lega a Nord, dicendo: «Abbiamo seguito la vecchia massima di Mao: marciare divisi per colpire uniti». In An però questa strategia, appunto, non piace affatto. Moffa commenta che decisivi per la sconfitta sono stati anche, nel clima di diffusa politicizzazione, «i ripetuti attacchi di Bossi a Roma». E lo stesso Fini, in un vertice ieri sera con i dirigenti di An, dice che «dopo il ballottaggio occorrerà parlare con i nostri alleati per esaminare e approfondire le cause di un voto, soprattutto a Roma, che non può non destare allarme e preoccupazione». Certo è, dice, che «noi siamo stati l'unico partito che ha sempre operato con moderazione, buonsenso e serietà per il bene della coalizione del governo. Senza mai alzare i toni. Ma non possiamo farlo da soli». I presenti all'incontro non avrebbero nascosto il proprio disappunto per «la campagna sistematica e ossessiva della Lega contro Roma». Il voto, avrebbe poi rilevato il vicepremier, «è inutile negarlo: ha un significato politico. E come tale va esaminato e capito». E che il problema sia sostanzialmente politico è dimostrato dal fatto che ad An valutano di aver tenuto nella Capitale, perché i voti del partito più quelli della Lista Moffa portano allo stesso livello delle comunali e delle politiche. Ma proprio dalla conquista della Provincia di Roma cominciò a suo tempo la riscossa elettorale del Polo, e ora a sinistra si spera in un processo simile. Lo stesso Gasbarra, appena avuta ragionevole conferma del risultato positivo, ha detto che dalle proiezioni esce un messaggio «anche politico, perché questo è un grande test elettorale, su un elettorato molto vasto, da cui esce una classe politica pronta a governare un paese normale e non una fabbrica di sogni». Da FI, il coordinatore regionale Antonio Tajani, ringraziato «Moffa e la Giunta uscente per il positivo lavoro svolto in questi anni nell'interesse dei cittadini», sottolinea che «rispetto alle ultime elezioni provinciali Forza Italia aumenta di circa quattro punti i propri consensi». A fare esplicitamente il nome di Bossi è il presidente della Regione Lazio Francesco Storace. «Va onestamente riconosciuta la sconfitta alle Provinciali di Roma, su cui il centrodestra farà bene ad avviare una serie di riflessioni», dice. «Resta l'amara soddisfazione del buon risultato di Alleanza Nazionale, che, con la lista Moffa, mantiene i voti delle elezioni politiche. Complimenti al vincitore delle elezioni, Enrico Gasbarra, e anche a Silvano Moffa, per la gagliarda campagna elettorale sostenuta. Certamente non c'è gratitudine verso il ministro Bossi». L'importanza dei risultati di Roma è sottolineata dal segretario romano dell'Udc Di Stefano: vi legge un «gran bisogno di moderazione nella vita politica» perché «non è un caso che al centro siamo gli unici ad aver aumentato i consensi». Intanto, i Ds, sulla base di loro dati, anticipano che sono passati al primo posto nella provincia con un 24,3% contro il 17,9% delle politiche di due anni fa, mentre FI perderebbe circa 7 punti e An subirebbe un calo minimo. Solo l'Udc avrebbe un rilevante successo con un quasi raddoppio delle percentuali (da 3,7 a 6,1%). Quanto all'Ulivo, sempre secondo le proiezioni dei Ds