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Andreotti: ritorniamo al sistema proporzionale

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Questi, in sintesi, i punti chiave di un'intervista di Giulio Andreotti fatta ieri da Barbara Palombelli nel corso del programma «28 minuti» di Radio2 Rai. «C'è grande nostalgia - osserva Giulio Andreotti - perché, pur avendo avuto momenti terribili di scontri assoluti, di dissensi di fondo - specie sulla politica estera - però alla fine ci si rispettava, alla fine non era il muro contro muro non era il corpo a corpo. Ora veramente tutto è diventato così asprigno, non voglio dire così poco romantico perché non esagero nemmeno nel dir bene del passato, ma probabilmente aver voluto togliere la proporzionale è stato in parte causato da una presunta poca governabilità, che poi era vera fino a un certo punto perchè noi per quarant'anni siamo durati con la proporzionale, e si è formata anche un'alternativa». Sulla scena politica attuale Andreotti afferma di «apprezzare moltissimo Follini perché è un moderato»; per il senatore, infatti, «quello che conta è avere questo concetto della politica: la moderazione, il compromesso», inteso come «una virtù, non è un vizio, non è una rinuncia». Non mancano alcuni riferimenti sul proporzionale. «Credo - sottolinea Andreotti - che si debba ridare alla politica un determinato insieme di regole che sono le vecchie regole» e sulla legge elettorale «un discorso che non può essere abbandonato. Non è scritto nella Costituzione perché non si volle irrigidire, ma se si fosse insistito avremmo messo la proporzionale nella Costituzione e avremmo fatto molto bene».

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