Ai socialisti più voti dei popolari ma poche vittorie
Questa sembra essere l'opinione prevalente fra gli analisti e gli osservatori politici a Madrid, all'indomani dalle elezioni locali che hanno costituito l'ultimo test a livello nazionale prima delle prossime politiche, previste per la primavera del 2004 e alle quali non si presenterà come candidato l'attuale premier, Josè Maria Aznar. Perfino il quotidiano madrileno El Pais, indipendente ma vicino alle posizioni socialiste, sostiene in un editoriale che «la sinistra non è stata capace di trasformare in mobilizzazione elettorale la forte contestazione sociale degli ultimi mesi». Non si può parlare - scrive il giornale - «di una svolta, ma al massimo di qualche sintomo di un cambiamento di tendenza». Come segnala lo stesso giornale, il voto di ieri «non si è tradotto in cambiamento significativo nella mappa del potere municipale e regionale, dove si mantiene l'equilibrio fra i due grandi partiti a livello nazionale», malgrado la vittoria - simbolica ma anche risicata- delle opposizioni nelle elezioni per il governo regionale madrileno. Anche El Mundo - vicino al governo Aznar, ma molto critico nei suoi confronti durante la crisi irachena - sostiene che «il Pp riesce a resistere al timido progresso dei socialisti», sottolineando che «il Psoe ha ottenuto il minimo immaginabile di rendita dall'ambiente chiaramente contrario al Pp» giacchè se il partito di Aznar perde Madrid (regione) ricupera le Baleari, e mantiene tutte le sue capitali di provincia, tranne Saragozza. Questo spiega, aggiunge il quotidiano, perchè «nella sua valutazione del voto, Aznar ha posto l'enfasi sulla vittoria del suo partito nelle municipali, mentre il leader socialista, Josè Lusi Rodriguez Zapatero, si è concentrato sui progressi dei socialisti nelle regionali». E se il Psoe è tornato a celebrare la sua vittoria sul Pp in quanto a numero di votanti - poco più di 200 mila voti - il Pp ha risposto congratulandosi per la schiacciante vittoria nella corsa per la poltrona di sindaco di Madrid, dove Alberto Ruiz Gallardon non solo ha mantenuto la maggioranza assoluta per il suo partito ma ha anche aumentato i voti rispetto alle elezioni del 1999, lasciando la «supercandidata» socialista, Trinidad Jimenez, a più di dieci punti di distanza.