Riforme, domani si ricomincia al Senato
E sia Montecitorio sia Palazzo Madama potrebbero concentrarsi proprio sulle questioni legate alla giustizia. Anche se, nella settimana appena cominciata, le novità maggiori potrebbero venire nella camera alta perché proprio al Senato potrebbe entrare in dirittura d'arrivo una serie di provvedimenti. Testo Boato. Domani le commissioni Giustizia e Affari Costituzionali del Senato potrebbero terminare (la seduta notturna è fissata alle 20,30) l'esame del disegno di legge di attuazione dell'articolo 68 della Costituzione sulle immunità parlamentari più conosciuto come «testo Boato» (dal nome del proponente Marco Boato). E la conferenza dei capigruppo, prevista nella mattina, sempre di domani, potrebbe decidere di calendarizzare il testo in Aula anche per la prossima settimana. Lodo Maccanico. Sarà quella la sede in cui, come spiega il presidente della commissione Giustizia Antonino Caruso (An), i capigruppo della Cdl presenteranno l'emendamento al testo Boato. Un emendamento che recepisce il «lodo Maccanico»: la proposta avanzata qualche tempo fa dal deputato della Margherita Antonio Maccanico per sospendere i processi per i cinque vertici dello Stato e cioè i presidenti della Repubblica, del Consiglio, delle Camere e della Corte Costituzionale. Patteggiamento allargato. La conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama dovrà decidere anche quando farlo arrivare in Aula. Il provvedimento consente di patteggiare la pena per chi deve scontare una condanna fino a cinque anni e che dà diritto, a chi intende riflettere se usufruire o meno di questa possibilità, di vedere sospeso il proprio processo per 45 giorni. Il testo è stato licenziato il 28 aprile dalla Camera e che, secondo alcuni esponenti del centrosinistra, se approvato per tempo anche dall'Aula del Senato, potrebbe tornare «molto utile» agli imputati del processo Sme per allungare ulteriormente i tempi del procedimento. Ordinamento giudiziario. Nel calendario dei lavori della Commissione Giustizia del Senato c'è anche la riforma dell'ordinamento giudiziario quella per la quale il governo presentò un maxi-emendamento per ottenere di fatto la separazione delle carriere dei magistrati. Si tratta di un provvedimento che potrebbe riservare delle sorprese viste le recenti dichiarazioni del premier: «Entro 15 giorni presenteremo una proposta per ottenerla. La situazione è tale per cui bisogna procedere fino alle estreme conseguenze: non si può più andare avanti in questo modo. Bisogna prendere atto che la magistratura gode in Italia di una posizione privilegiata che non ha riscontro in altri Paesi». Commissione Sme. L'intenzione espressa da Berlusconi di voler istituire una commissione d'inchiesta su questa storia e su come l'abbia gestita Romano Prodi all'epoca presidente dell'Iri, ha scatenato e sta scatenando uno scontro al calor bianco tra i poli. Tanto che l'opposizione, per bocca del capogruppo dei Ds alla Camera Luciano Violante, ha rilanciato: «Perché invece non ne facciamo una di commissione d'inchiesta per capire come si è arricchito il Presidente del Consiglio?». Parole definite «minacce di stile comunista» dal portavoce di Fi, Sandro Bondi. Un dibattito parlamentare sull'eventuale commissione Sme potrebbe cominciare a breve visto che sia alla Camera, sia al Senato sono state presentate da Forza Italia due diverse proposte di legge. «Temo che dopo le elezioni almeno qui al Senato - ha dichiarato il capogruppo dei Ds a Palazzo Madama Gavino Angius - il clima diventerà caldo, molto caldo. Non so se si rendano conto di quello che stanno facendo e delle conseguenze a cui questo loro atteggiamento può portare. Non credo. Ma noi glielo faremo capire. Stavolta non la passeranno liscia».