«Solo palliativi le misure annunciate»

In una nota, Federconsumatori, Adoc, Adusbef e Codacons, infatti sostengono che le proposte sono «inutili palliativi», e vanno oltre, dando la loro «ricetta». Servirebbe, eliminare i ticket sui medicinali perché, dicono, la spesa sulla salute a carico delle famiglie è aumentata del 35% negli ultimi due anni; inoltre ci vorrebbe un bonus fiscale di 1.500 euro da spendere subito per chi ha redditi inferiori a 15 mila euro. Ancora, le associazioni dei consumatori ritengono necessario, ridurre immediatamente «i prezzi e le tariffe fuori controllo come l'Rc auto», portare dal 20 al 10% l'iva sul gas e i mutui agevolati sotto il tasso di usura (circa l'8%), adeguare salari, stipendi e pensioni per recuperare il potere d'acquisto. Inoltre, le associazioni vorrebbero sanzionare «le banche che hanno appioppato titoli spazzatura ai risparmiatori, negoziando con il presidente dell'Argentina la ristrutturazione del credito»: le mancate cedole sui bond sono infatti costate finora 2,6 miliardi a 450 mila risparmiatori italiani e anche questo ha contribuito alla crisi dei consumi. Altro «suggerimento» è l'istituzione di una commissione parlamentare che indaghi «sulla formazione dei prezzi dei carburanti alla pompa, che - si legge nella nota - aumentano e diminuiscono secondo l'arbitrio delle compagnie petrolifere, invece che su regole trasparenti e condivise», insieme alla modernizzazione della rete di distribuzione. Infine l'Intesa invita il governo ad approfittare del semestre di presidenza per negoziare con i paesi produttori di materie prime il loro pagamento in euro piuttosto che in dollari per evitare le doppie speculazioni, valutarie e sui prezzi. Anche secondo i sindacati le misure prospettate non bastano, e le giudicano «interventi tampone». Per il segretario confederale della Cgil Maulucci servono « investimenti nei settori strategici, ricerca e innovazione tecnologica, che danno, è vero, risultati nel medio periodo, ma risultati forti, durevoli e di qualità. Le ipotesi circolate invece, assomigliano solo a spot pubblicitari». Per il segretario confederale della Cisl, Pierpaolo Baretta, «una politica di sostegno ai consumi funziona se è all'interno di un contesto. Oggi invece - dice - manca una strategia di sviluppo. Ogni singolo strumento può essere buono o cattivo ma manca una visione complessiva degli interventi». Serve, prosegue Baretta, «un disegno organico e concertato al posto dei tanti annunci un po' improvvisati». Più strettamente «sindacale» l'opinione di Adriano Musi, numeri due della Uil. «Quello che serve - spiega - è il costruire insieme una politica che dia certezza nelle regole, come nel caso delle pensioni, certezza nei contratti, come per i rinnovi, e la certezza dell'occupazione, puntando sulla qualità e non sulla precarietà».