«Igor Marini ha fatto altri nomi»
Nelle tre ore davanti al Ministero pubblico federale, il consulente avrebbe «approfondito le operazioni bancarie di cui ha parlato ieri, descrivendo una situazione ad ampio raggio». Lo ha detto il suo legale, Stefano Camponovo, allontanandosi dal Palazzo di Giustizia di Lugano, al termine dell'interrogatorio. Alle domande dei cronisti se Marini avesse fatto nomi, il legale si è limitato a rispondere: «Ha fatto nomi, di svizzeri e di italiani». Lunedì prossimo l'avvocato avrà un colloquio con il Ministero pubblico federale per valutare il comportamento da assumere riguardo ai documenti che Marini sostiene provino le presunte tangenti pagate nell'affaire Telekom Serbia. I documenti, che si troverebbero fra le carte dell'eredità del notaio Gianluca Boscaro, non sono stati mostrate nemmeno nel corso dell'interrogatorio. Torna ad attaccare Carlo Taormina, avvocato, deputato di Forza Italia e membro della commissione Telekom Serbia. «Sento puzza di bruciato intorno ai palazzi giudiziari interessati al caso», ma «i responsabili di quei "palazzi" sappiano che il controllo sul loro operato è effettuato minuto per minuto». «Sento puzza di bruciato intorno ai palazzi giudiziari interessati al caso - aggiunge il parlamentare di Forza Italia - e ho la netta impressione che la solidarietà della magistratura militante con la politica comunista si stiano, in queste ore, fortemente cementando per far quadrato intorno all'accertamento della verità sui personaggi eminenti che sarebbero coinvolti nell'affare». «I responsabili di quei palazzi sappiano che il controllo sul loro operato è effettuato minuto per minuto e saranno sventate operazioni in atto per realizzare una copertura a 360 gradi del complesso delle vicende di cui si parla in questi giorni, dalla Sme a Telekom-Serbia». «Il leader della Casa delle Libertà, però - continua Taormina - è troppo generoso quando afferma di essere 'convinto che non ci sono state tangenti personalì. Sono 'personalì anche le tangenti che si utilizzano per la propaganda politica. Il codice penale le qualifica comunque come corruzioni e peculati, che l' autorità giudiziaria non ha individuato e che la commissione farà in modo che siano individuate». Intanto ieri mattina si è svolto nell'ufficio del procuratore capo della Repubblica di Roma, Salvatore Vecchione, un incontro di un paio d'ore tra i magistrati di Roma e di Torino che si stanno occupando della vicenda Telekom Serbia. Presenti alla riunione il procuratore capo Marcello Maddalena, e il procuratore aggiunto Bruno Tinti, responsabili delle indagini a Torino, e il sostituto procuratore Bice Barborini con il procuratore aggiunto Carlo Figliolia, incaricati dell'inchiesta a Roma. I motivi del vertice non sono stati resi noti, ma si ritiene ci sia stato uno scambio di informazioni e si sia discusso della competenza ad indagare.