Al via la requisitoria del pm

Un passo annunciato che i legali di Cesare Previti hanno tentato di scongiurare a inizio udienza con una lunga serie di richieste di nullità e annunciando la presentazione di un'istanza di sostituzione della pubblica accusa. Secondo i difensori del parlamentare di Forza Italia, la Boccassini andava allontanata dal processo per «evidenti ragioni di inimicizia» con riferimento alla definizione di «bambino viziato» da lei data di Previti e giudicata nelle motivazioni della richiesta come «offensiva e suscitata da avversione personale». L'istanza è stata rigettata dal procuratore reggente, Ferdinando Vitiello. Il Tribunale ha, invece, respinto tutte le eccezioni di nullità e la richiesta di attendere il completamento delle dichiarazioni spontanee di Silvio Berlusconi necessaria, per i difensori di Previti, tanto da spingere l'avvocato Sammarco a chiedere la citazione del premier come «imputato in reato connesso», eventualità per la quale è previsto anche l'accompagnamento «coattivo» del testimone. Tutto inutile, compresi i richiami al fascicolo 9520 in mano alla Procura che le difese hanno chiesto ancora al Tribunale di acquisire agli atti. Dunque alle 14.30, puntuale, Ilda Boccassini ha iniziato il suo intervento senza anticipare, però, la richiesta di condanna come avvenuto in occasione della requisitoria del processo Imi-Sir/Lodo Mondadori. Il pm ha, invece, ripercorso le lunghe tappe dell'inchiesta: «Dalla prima udienza preliminare sono trascorsi cinque anni - ha detto -, sono stati ascoltati duecento testimoni, sono state spese tante parole». Un prologo per spiegare la scelta di partire da una lunga serie di numeri, conti e documenti bancari, «fatti che sono impressi sulla carta e che raccontano nella loro cruda verità quello che è successo» ha puntualizzato la Boccassini. In mano i fogli con la ricostruzione di uno dei capitoli del processo: il passaggio di 500 milioni di lire dai conti esteri della Fininvest, Polifemo e Ferrido, a quello di Cesare Previti, Mercier, e da questi al conto Rowena dell'ex capo dei gip romani, Renato Squillante. «Ricostruzione mai smentita dalle difese e dai consulenti delle difese» ha attaccato il pm che si è dilungato anche sulla figura di Stefania Ariosto e sulla sua amicizia «di vecchia data» con Previti. «Oggi è stato violato il nostro diritto alla difesa» ha polemizzato l'avvocato Alessandro Sammarco, uno dei difensori di Previti che ha definito «una profonda ingiustizia» aver dato la parola a un pm «che ha violato i diritti della difesa». La requisitoria della Boccassini riprenderà nella prossima udienza già fissata per venerdì 30 maggio. In quella occasione il pm dovrebbe concludere il suo intervento con le richieste di condanna per gli imputati.