LA MAGISTRATURA SVIZZERA
La magistratura di Lugano ha accettato la rogatoria, dopo l'incidente diplomatico delle settimane scorse. E già la prossima settimana la Commissione parlamentare potrebbe andare in Svizzera ad interrogare ancora una volta Igor Marini. Ma non avrà ancora modo di valutare gli atti che secondo il faccendiere proverebbero il pagamento di tangenti a Prodi, Dini e Fassino. Dovranno essere prima visionati dalla procura federale elvetica. La trasferta, che quasi sicuramente sarà guidata dal presidente Trantino, verrà decisa questa mattina nella riunione dell'ufficio di presidenza, alla quale parteciperanno i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari. Si esamineranno anche i primi documenti ricevuti dalla Svizzera, che confermerebbero che il faccendiere non mente. Si discuterà inoltre dei rapporti con la procura di Torino. Alla riunione l'ex sottosegretario Taormina (FI) insisterà per ottenere la testa del «commissario» diessino Kessler (perché avrebbe «messo in crisi il prestigio dell'istituzione Parlamento con il comportamento tenuto nella precedente missione Oltralpe) e proporrà di chiedere ai magistrati torinesi di indagare l'ex presidente del Consiglio, l'ex ministro degli Esteri e l'ex sottosegretario (indicati da Marini come percettori di tangenti). L'opposizione rilancia le accuse alla Commissione parlamentare, diventata «uno strumento di lotta politica». La Margherita, che aveva disertato la precedente riunione, saràpresente in aula con l'obiettivo - ha detto Lauria - «di far luce su questa squallida e volgare montatura messa in moto da Marini, e verificare se dietro le calunnie ci siano dei mandanti». Da parte sua, Rifondazione comunista ha anticipato che chiederà ai presidenti delle Camere di «scioglierla» alla sua scadenza (l'11 luglio). Lo ha annunciato Russo Spena, vice capogruppo alla Camera, sostenendo che l'organo bicamerale è diventato «ciò che noi temevamo che diventasse, cioè soltanto, come del resto la Commissione Mitrokhin, un modo per il centrodestra per creare veleni e oltraggio nei confronti di alcuni personaggi dell'opposizione, come Prodi, Dini e Fassino». Al contrario, la maggioranza ha intenzione di chiedere la proroga di un anno. «Ritengo - ha spiegato Nan di Forza Italia - sia doveroso andare avanti per approfondire la questione anche nell'interesse degli stessi accusati». Alla procura di Torino gli avvisi di garanzia per il momento rimangono nel cassetto. I magistrati che indagano sull'affaire Telekom Serbia si sono riuniti ieri per valutare i risultati della missione in Svizzera. Ma sembrano essere molto cauti, anche se Igor Marini ha rilanciato di fronte a loro l'accusa di avere versato parte della tangente a Prodi, Dini e Fassino per l'acquisizione nel 1997 del 29 per cento della compagnia telefonica di Belgrado da parte della Telecom.