Il «grande fratello» si intromette ma contribuisce alla sicurezza
Le ha chieste il presidente dell'Authority per la protezione dei dati personali, Stefano Rodotà, in occasione della presentazione della relazione annuale per il 2002 a Palazzo Giustiniani. Allarme terrorismo — La richiesta dell'amministrazione americana di poter disporre di una «cospicua massa di dati su chi vola dall'Europa verso gli Stati Uniti per garantire la sicurezza si è scontrata con il diritto alla tutela dei dati personali dei cittadini» ha rilevato Stefano Rodotà, che ha sottolineato l'esigenza di «partire dal modello europeo, oggi rudemente messo alla prova da richieste come quella proveniente dall'amministrazione americana - ha osservato Rodotà - senza tener conto delle garanzie previste dalle norme europee e nazionali». Per trovare una soluzione il presidente dell'Authority si è rivolto all'Unione europea, alla quale ha chiesto un atteggiamento di fermezza nei confronti del Total Awareness Program (Programma per la conoscenza totale delle informazioni), che l'amministrazione statunitense intende utilizzare per il controllo di tutte le comunicazioni di ogni cittadino del pianeta, tranne gli americani. No al fondamentalismo — Sull'argomento è intervenuto anche il presidente del Senato, Marcello Pera, per il quale la difesa della privacy non deve sconfinare nel fondamentalismo: a volte, come quando è in gioco la sicurezza contro il terrorismo, «bisogna avere l'intelligenza di mettere da parte la difesa ad oltranza della riservatezza» ha sostenuto il presidente del Senato, che ha invitato ad applicare alla tutela della privacy la dottrina di Aristotele sul giusto mezzo. «Se fosse previsto un santo patrono per le autorità della privacy d'Europa e se potessi indicarne uno, suggerirei Aristotele. Egli capì benissimo che la virtù sta nel giusto mezzo e che la medietà dipende dal contesto». Altolà alla videosorveglianza — Rodotà ha segnalato alcune delle violazioni in materia di privacy registrate dall'Autorità garante per la protezione dei dati personali, come gli abusi nell'utilizzo della videosorveglianza e nell'installazione di telecamere. Secondo Rodotà, il programma di ispezioni effettuato dall'autorità ha messo in luce «preoccupanti fatti di violazioni di obblighi, sia nel settore pubblico sia in quello privato». Telecomunicazioni amiche-nemiche — Per telefono, con le telecamere, via internet, ma anche attraverso l'introduzione di chip che possono essere inseriti nel corpo umano come una sorta di guinzaglio elettronico. Lo sviluppo tecnologico conquista sempre nuovi spazi, mentre la libertà dell'individuo spesso non esiste più nemmeno fra le mura domestiche. Il presidente dell'Authority ha denunciato che «l'intero sistema delle telecomunicazioni costituisce il vero nervo scoperto». Ha pertanto sottolineato l'esigenza di una convenzione internazionale in materia di protezione dei dati personali, auspicando che il governo faccia una proposta durante il semestre di presidenza europea. Proposta che è stata accolta con entusiasmo dal ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri: «È di grande fascino e suggestione». Uno strumento di garanzia per i cittadini sarà inoltre rappresentato dal codice per la protezione dei dati personali all'esame delle Camere. Per quanto riguarda in particolare internet, Rodotà ha detto che la semplice presenza in rete di un indirizzo di posta elettronica non deve rendere l'individuo pubblico. È pertanto necessario lo strumento legislativo per proteggere i dati personali e per evitare che la rete elettronica si trasformi in un gigant