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«Il braccio di ferro va a scapito del servizio»

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Il professor Corrado Guglielmucci, Consigliere della Suprema Corte di Cassazione non si dimostra stupito dalle novità emerse dal crollo di fiducia nei confronti delle toghe italiane emerso nell'Osservatorio di Mannheimer dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla giustizia. Come mai questo calo di popolarità dei giudici? «No, non sono sorpreso. Conosco la società civile e contattando persone di diversa estrazione culturale avevo avuto la sensazione che da parte di alcune fasce ci sia una certa difficoltà a capire il linguaggio tecnico della giustizia e si è creata una contrapposizione fra ordine magistratuale e attività di governo. Il cittadino preoccupato per il funzionamento dei servizi, ha la sensazione di qualcosa che non funziona. L'uomo medio ha raggiunto una certa cultura e oggi chiede trasparenza e vorrebbe capire qualcosa di più se il Presidente del Consiglio va processato o se sia il caso di sospendere il processo. Questa situazione crea una sensazione di inceppo da parte della magistratura che si ripercuote sulle funzioni di governo. La contrapposizione non giova al cittadino e ai suoi interessi pragmatici. Per questo non mi sorprende questa sfiducia». Quali le perplessità che sorgono? «La credibilità del premier è importante. Mentre il presidente del Consiglio si accinge a fare delle dichiarazioni che potrebbero incidere sul processo (Sme, nda) complessivamente, per quale motivo c'è questa fretta? È probabile che la soluzione del tribunale di Milano di stralciare il processo sia ineccepibile, ma crea un senso di scarsa trasparenza». Perché l'opinione pubblica di centrosinistra non muta il suo giudizio sui giudici? «L'opinione pubblica di centrodestra è attraversata da un maggiore pragmatismo. È anche forte la sensazione che nelle posizione del Governo siano riscontrabili una serie di novità: le opere pubbliche, la diminuzione della pressione fiscale. Nell'opinione degli elettori di centrosinistra c'è una rigidità che ascrivo alla indisponibilità al nuovo nella realtà italiana».

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