«Università più legate al mondo produttivo»
«Sono convinta - ha spiegato Moratti - che per poter affrontare i grandi temi che il nuovo secolo ci pone, dall' immigrazione allo sviluppo sostenibile alla salute, si debba partire dall' educazione e ciò significa porre al centro delle politiche di governo quelle di istruzione, formazione e ricerca». «Ciò deve essere fatto a livello europeo - ha aggiunto il ministro ricordando il prossimo impegno italiano nel semestre europeo -. E ciò anche ai fini della creazione di un'Europa politica. Sono convinta, infatti, che la solidità di questa costruzione dipenderà dalla capacità di un progetto culturale comune. Pur nel rispetto delle differenze, che sono ricchezze e vanno salvaguardate, senza una identità culturale condivisa sarà difficile costruire un' Europa capace di affrontare i grandi temi e problemi della politica internazionale». Il ministro Moratti ha anche ricordato che «gli Stati fanno fatica ad accettare il concetto di cultura europea, ma come Italia noi abbiamo portato avanti un progetto che sta ottenendo consensi a adesioni, quello di formazione degli insegnanti all' educazione civica europea, un esempio che mi sembra significativo». Poi ha ricordato che tra gli obiettivi del Governo italiano, nel campo della ricerca, c' è il rafforzamento dei legami tra Università e mondo produttivo. Nell' ambito del convegno durato quattro giorni, organizzato da Ferdinando Adornato, presidente di Liberal e della Commissione Cultura della Camera, si sono ascoltate molte voci sul tema dell' educazione e dell'istruzione possibili. E ieri Giorgio Vittadini, presidente della Compagnia delle Opere, ha chiesto al Governo e al ministro della Finanze di intervenire fornendo le risorse per la riforma scolastica. «Sarebbe letale - ha detto - che la riforma non partisse da settembre». E poi ha ricordato che «ci sono scuole private che boccheggiano perchè tarda ad arrivare il contributo loro dovuto». Nel contempo ha assicurato al ministro Moratti che «il suo impegno non è isolato: lei ha dietro di sè migliaia di persone che si stanno impegnando sia nella scuola privata sia in quella pubblica». Adornato, chiudendo i lavori, ha sottolineato come al convegno si sia «discusso su temi importanti e caldi, con serenità e rispetto delle posizioni. Perchè nell' area di centro, liberale e popolare, cresce non la piazza con i suoi slogan datati, ma il pensiero sul futuro». «Noi lavoriamo - ha detto - per l' educazione ai valori della vita, se si abituano i giovani ad andare solo in piazza a gridare slogan il futuro non sarà certo roseo».