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Oggi udienza per Sme-Berlusconi

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I processi sono stati quasi tutti aggiornati per l'astensione dalle aule decisa dall'Unione delle Camere Penali proprio per il 19 maggio, ma l'udienza che riguarda il premier, si farà ugualmente dal momento che i suoi difensori, Niccolò Ghedini e Gaetano Pecorella, hanno annunciato da tempo che allo sciopero non avrebbero aderito. Oggi il collegio presieduto da Luisa Ponti e i legali del premier dovrebbero solo parlare di date possibili per poter proseguire con il procedimento dopo lo stralcio, ma non è detto che la difesa di Berlusconi non abbia già elaborato qualche mossa «imprevista». Ad esempio sui «507», cioè le prove residue che in parte i legali hanno già illustrato ai giudici e che, per un'altra parte, si sono riservati di esporre solo dopo le nuove dichiarazioni del loro assistito. Venerdì scorso, nell'ambito del processo «Sme principale», il collegio ha già respinto tutte le prove residue chieste dalle difese, comprese quelle sollecitate per Silvio Berlusconi. Era stato lo stesso presidente del collegio, Luisa Ponti, a chiedere al pm Ilda Boccassini di replicare anche ai «507» della difesa-Berlusconi, ma solo perché, aveva spiegato, le altre difese si erano associate, facendole quindi proprie. Quindi, se queste prove appartenevano formalmente anche ad altre difese, di fatto, quasi a dimostrazione degli stretti legami che in tre anni di udienze si sono avviluppati attorno a tutti gli imputati, erano state sollecitate, per primi, dai legali del premier. Che, ora, sanno che sono state respinte, ma formalmente non nel «loro» processo. Prove residue e date a parte, oggi fra l'altro dovrebbe potersi capire se Silvio Berlusconi, come più volte preannunciato, si presenterà venerdì 23 nell'aula del «suo» processo per «rivelare cose gravissime». E se, inoltre, non si riserverà altri «appuntamenti» davanti ai giudici. In teoria, infatti, se il premier dovesse presenziare, venerdì in aula, per «ultime» dichiarazioni, i giudici (ma l'ipotesi è remota) potrebbero anche pensare ad una riunificazione, tecnicamente possibile anche prima di dare la parola, nell'altro processo, al pm Ilda Boccassini per la sua requisitoria finale. Se, invece, Berlusconi dovesse rinnovare ufficialmente la sua presenza allora, per i medesimi principi che hanno determinato, venerdì scorso, lo stralcio, non ci sarà nessun «ripensamento». I tempi dei processi paralleli, a quel punto, sarebbero inevitabilmente diversi. Così, quando riceverà la parola, Ilda Boccassini farà le sue richieste di condanna per tutti, tranne che per il Presidente del Consiglio. Anche per questo all'udienza di oggi guardano un po' tutte le altre difese.

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