Fini: repressione contro la droga
Gianfranco Fini ieri a Ragusa e a Catania per manifestazioni elettorali della Cdl interviene a 360 gradi sui maggiori problemi del momento ma anche sulle prospettive degli sviluppi politici. «In democrazia chi governa lo sceglie il corpo elettorale e non qualche procura», dice tornando sul tema di «una piccolissima quantità di toghe rosse che sono la parte più rumorosa della magistratura». «La gran parte dei magistrati - dice il vicepremier - lavora seriamente, e molti di loro hanno dato la vita per la nostra democrazia, ma c'è una piccolissima parte di essi che continua a rumoreggiare e sono sempre toghe rosse». E sottolinea: «Ieri alle mie dichiarazioni hanno replicato due magistrati, segno evidente che fanno politica ma non sono loro la mia controparte». E dato che è stato appena raggiunto l'accordo sugli aumenti di stipendio del personale della scuola, ribadisce la linea di An: la scuola pubblica rimane centrale nella formazione, come dimostra la chiusura del contratto di categoria avvenuta nei giorni scorsi. «Tutti hanno lo stesso diritto di studiare», dice, ma aggiunge che «la scuola deve essere selettiva perché deve andare avanti il più bravo». Linea dura sulla droga. Il centrodestra, annuncia, sta per preparare una legge repressiva contro lo spaccio di sostanze stupefacenti. «La legge - dichiara - arriverà in Consiglio dei ministri tra qualche settimana perché non può esistere in Italia il diritto di assumere stupefacenti. Ai giovani dobbiamo far capire che non c'è droga buona e quella cattiva, ma che la droga ti uccide». Quindi chiarisce: «Non è nostra intenzione chiudere i Sert, né ripristinare la modica quantità» e «la politica di recupero delle strutture pubbliche, a partire dai Sert non si può basare soltanto sul metadone». «Dobbiamo avere il coraggio sulla droga - dice - di usare una parola tabù e politicamente scorretta: repressione». Altro argomento affrontato dal vicepremier è la bassa natalità italiana. Nella prossima legge finanziaria ci sarà un intervento per favorirne l'aumento. «La società che invecchia - dice - non riesce più a tramandare i propri valori mentre da noi c'è il bisogno di far nascere più bambini». Fra i temi di primario interesse economico, anche quello del ponte sullo Stretto. «È un simbolo che ha una valenza mondiale, ed è bello che sia nel Sud Italia»; un'opera che «per forza di cose deve tirarsi dietro una serie di interventi strutturali». Quindi osserva che assieme al Ponte bisogna realizzare «il raddoppio della linea ferroviaria Catania-Siracusa, il completamento delle autostrade in Sicilia e gli scali aeroportuali necessari». Infine, il dialogo con l'opposizione. «Le elezioni amministrative sono sempre caratterizzate da una certa fibrillazione: io - dice Fini - rimango ottimista sul fatto che, una volta chiuse le urne, ci sarà la possibilità di dialogare con l'opposizione». Anche se osserva che «da quando governiamo non riesco a ricordare un atto o un proponimento del governo in cui l'opposizione abbia detto: "Ragioniamo, si può migliorare, forse l'intenzione è giusta". Ogni qualvolta abbiamo preso iniziative siamo stati sommersi da critiche, e il più delle volte da anatemi».