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Telekom Serbia, Marini farà nuove «rivelazioni»

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Avrebbe nuove rivelazioni da fare, al punto che ha chiesto di prorogare il programma di protezione a suo carico. Il finanziere intanto si è sottoposto a un lungo interrogatorio da parte delle autorità svizzere: complessivamente cinque ore. Al termine della deposizione, il legale di Marini, Stefano Camponovo, ha spiegato che il suo cliente ha accettato di essere interrogato per rogatoria, come chiesto dai magistrati di Torino che indagano su Telekom Serbia: l'interrogatorio si terrà lunedì a Berna. Marini ha raccontato «la sua vita, i rapporti con lo studio Paoletti, le sue conoscenze professionali», ha spiegato il suo avvocato. Non si è ancora entrati, secondo l'avvocato, nel merito delle transazioni internazionali, per il consulente finanziario finalizzate a ripulire 55 milioni di dollari di presunte tangenti nell'ambito dell'affaire di acquisto, da parte della Telecom italiana del 29% della omologa serba. Fedele alla linea di voler collaborare con la magistratura, l'uomo nuovo del caso Telekom Serbia ha infatti dato il proprio assenso all'interrogatorio per rogatoria «con procedura d'urgenza» chiesto dai pm di Torino che hanno tempo fino al 21 maggio per chiudere la loro inchiesta sulle presunte irregolarità nell'acquisto da parte di Telecom, allora pubblica, della compagnia telefonica di Belgrado. Ma a Torino sembrano essere già giunti a una conclusione: «I soldi li ha presi Milosevic. Su questo non c' è dubbio» ha detto il procuratore aggiunto torinese Bruno Tinti.Le indagini del pool piemontese - secondo quanto si è appreso a Palazzo di Giustizia - hanno portato a ricostruire tre grandi movimentazioni di denaro. In due casi si tratta di versamenti ai mediatori dell'operazione finanziaria, in un terzo i soldi «sono confluiti - secondo quanto ha confermato Tinti ai microfoni del settimanale del Tg5 «Terra!» - su un conto nella disponibilità personale di Milosevic». I tre pm titolari dell'inchiesta (oltre a Bruno Tinti fanno parte del pool Paolo Storari e Roberto Furlan) hanno anche chiesto di interrogare Milosevic, ma l'ex presidente, detenuto nel carcere di Scheveningen al processo per crimini di guerra nella ex Jugoslavia, si è rifiutato di incontrarli. A suo carico, comunque, la Procura non procederà. «Quello che gli si potrebbe attribuire - ha detto Tinti all' Ansa - è un reato commesso all'estero in danno di uno Stato estero». Ai microfoni del Tg5, il procuratore ha anche fatto presente che l'inchiesta torinese è «monca», dato che non sono arrivate risposte a numerose rogatorie. Il magistrato ha anche lasciato intendere di nutrire un certo scetticismo sulla ricostruzione operata da Igor Marini. F. D. O.

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