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di DINO TIERI ARRIVA il contratto per la scuola.

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All'Aran a firmare sono stati i rappresntanti dei sindacati di settore Cgil, Cisl, Uil, dello Snals. Non hanno firmato la Gilda né l'Unicobas. Secondo l'accordo, l'aumento di stipendio avverrà in due tranches: la prima a partire dal primo gennaio 2002 e la seconda dal primo gennaio 2003. Per gli insegnanti (circa 850mila) l'aumento globale medio sarà di 147 euro, di cui 89 di incremento stipendio, 35 di aumento medio sulla retribuzione professionale docenti (Rpd), 14 per il fondo destinato alla contrattazione integrativa e 9 per il conglobamento dell'indennità integrativa speciale nella voce stipendio. Quanto ai non docenti l'aumento complessivo sarà di 93 euro: 65 per lo stipendio, 9 per il compenso individuale accessorio e 10 per la contrattazione integrativa. La valenza del contratto di ieri copre, per la parte normativa, il periodo gennaio 2002 - dicembre 2005, mentre per la parte economica il periodo 1° gennaio 2002 - 31 dicembre 2003. In pratica ci si avvicina già alla sua scadenza e questo è stato uno dei motivi di grande protesta dei sindacati nei mesi scorsi. Fra l'altro è prevista l'istituzione di una commissione paritetica che avrà l'incarico di elaborare le proposte tecniche per costituire per gli insegnanti un percorso professionale che consenta uno sviluppo di carriera, ora inesistente perché maestri e professori entrano col compito di insegnare e quello svolgono per decenni, con miglioramenti, in sostanza solo stipendiali che una volta erano basato esclusivamente sull'anzianità di servizio. Il ministro Letizia Moratti ha commentato che il nuovo contratto «riconosce anche economicamente l'importante funzione svolta dagli insegnanti» e, sottolineato che comporta un notevole impegno finanziaria per la comunità, costituisce anche «un incoraggiamento e riconoscimento, in tempi di difficile congiuntura economica, rivolto ai docenti». Grande soddisfazione hanno espresso il ministro della Funzione Pubblica Luigi Mazzella e il sottosegretario Learco Saporito (che ha seguito in prima persona tutto lo sviluppo del pressing finale durato in effetti alcuni giorni) «hanno appreso con soddisfazione - si legge in un comunicato - l'avvenuta sottoscrizione in sede Aran del contratto per il comparto della scuola». Questo, si osserva ancora nel comunicato, «si aggiunge all'approvazione da parte del Consiglio dei ministri dell'atto di indirizzo per il contratto del Parastato», il che consentirà all'Aran di avviare le trattative anche per questo comparto. Evidente l'importanza politicamente strategica di questo accordo, che segue al perfezionamento, avvenuto appena pochi giorni fa, di quello che riguarda gli aumenti per circa 250mila dipendenti statali «ministeriali. Soddisfatti anche i sindacati, ovviamente quelli firmatari, compresa la Cgil che negli altri comparti è più frequentemente in acerba polemica con Cisl e Uil. Per la Cisl Scuola, Daniela Colturani oltre alla «tutela del potere d'acquisto» il personale vede riconosciuti «soprattutto quegli spazi di democrazia partecipata che deve continuare a connotare la vita della scuola dell'autonomia». Assai critica la Gilda che considera fallito «l'obiettivo di ridare dignità, prestigio e motivazioni ai docenti», mentre D'Errico (Unicobas) dice che non sono coperti «né l'erosione inflattiva né l'aumento dei prezzi determinato dall'entrata in vigore dell'euro».

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