Quote latte, la fiducia sbloccherà il decreto

L'indicazione, confermata dal ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno, è frutto di una giornata convulsa. Dopo una serie di contatti fra i capigruppo della maggioranza la strada sembrava in discesa. Ma, nel pomeriggio, le votazioni sono proseguite a rilento. La mancanza del numero legale - dovuta all'assenza di molti deputati impegnati nella campagna elettorale delle amministrative - ha fatto ripiombare l'aula della Camera nell'incertezza. «È un errore di valutazione, non c'è nessuna volontà politica dietro le assenze» si sono affrettati a spiegare i capogruppo di An Ignazio La Russa e Luca Volontè (Udc). Ma l'opposizione ha affondato l'attacco. «La maggioranza si è squagliata. La crisi è profonda. Il governo è messo così male da chiedere la fiducia ad una settimana dalle elezioni» notano i colleghi di Margherita e Ds Luigi Castagnetti e Luciano Violante. Il tempo stringe: ci sono quattro giorni per trovare l'accordo. Il decreto legge deve essere convertito dal Senato entro il 30 maggio. Così la tabella di marcia è stringente. Martedì 20 l'aula di Montecitorio tornerà ad esaminare il provvedimento. Se non sarà raggiunto il numero legale, il giorno dopo il governo porrà la questione di fiducia come annunciato dal consiglio dei Ministri al termine della riunione straordinaria di ieri. «Non è inevitabile» ha precisato però Alemanno spiegando che il maxiemendamento «conterrà tutti gli emendamenti approvati compresi quelli dell'opposizione». Il braccio di ferro all'interno della maggioranza si trascina fino all'ultimo. Il Carroccio, dopo l'ostruzionismo, era pronto all'accordo. Ma la conferma del capogruppo Alessadro C'è è stata smentita dai fatti. Nè è stato sufficiente il ritiro da parte del suo rappresentante in commissione Agricoltura Luigino Cescon di quasi tutti gli emendamenti presentati. Il via libera a sospendere l'ostruzionismo era giunto da Umberto Bossi convinto a passare all'astensionismo sul dl da due fatti nuovi. Il primo è stata la rateizzazione delle multe pregresse su un periodo di 30 anni e senza interessi ottenuto in sede Ecofin. Il secondo lo slittamento al 1 gennaio 2004 dell'entrata in vigore del sistema di prelievo mensile. Per ora si tratta di indicazioni filtrate dopo la trattativa ufficiosa condotta a Bruxelles dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti ai marginio dell'Ecofin. L'ufficialità è attesa dalla riunione convocata per il 3 giugno prossimo. Il tira e molla di Montecitorio ha fatto storcere il naso agli allevatori. «Di situazione incomprensibile» ha parlato il presidente della Confederazione agricoltori Massimo Pacetti. Più cauto Augusto Bocchini (Confagricoltura): «La scelta del percorso procedurale compete al governo e al Parlamento. Quel che conta è il risultato».