Telekom Serbia, la Commissione sentirà Marini
Sarà anche avviata una rogatoria per acquisire i documenti da cui, sempre secondo Marini, risulterebbe il giro di tangenti e che il teste avrebbe consegnato ad un notaio di Lugano, poi deceduto. La commissione si riunirà oggi per ratificare la decisione dell'ufficio di presidenza di avviare le rogatorie internazionali. Il clima all'interno dell'organismo parlamentare è molto teso a causa delle polemiche esplose dopo la trasferta in Svizzera di due membri della commissione alla ricerca dei documenti, conclusasi clamorosamente con l'arresto del teste e la denuncia dei due parlamentari. Ieri l'ufficio di presidenza ha approvato all'unanimità la relazione con cui il presidente Enzo Trantino (An) ha spiegato come si sono svolti i fatti. La rogatoria alla Svizzera, cioè, non venne chiesta perchè Marini doveva soltanto ritirare a Lugano dei documenti di sua proprietà ed i due parlamentari lo accompagnavano per «testimoniare la provenienza certa» della documentazione. Ma la polemica non si è placata e l'opposizione accusa la maggioranza di voler strumentalizzare l'indagine per fini propagandistici. Perciò l'Ulivo minaccia di abbandonare la commissione denunciando comportamenti «non trasparenti ed inquietanti». Nella sua relazione il presidente Trantino ha respinto l'accusa che la missione in Svizzera sia stata «improvvisata», quasi una «scampagnata», come hanno sostenuto i commissari dell'Ulivo che attribuiscono così alla maggioranza la responsabilità del fallimento della trasferta. Igor Marini, inoltre, ha affermato ancora Trantino, non è un teste «raccattato per strada»e la commissione ha agito senza «forzature» per verificare la sua attendibilità. Il presidente della commissione ha anche accennato ad un «oscuro episodio» verificatosi nel febbraio scorso. All'aeroporto di Catania vennero ritrovate nella borsa di un presunto mafioso la lettera con la quale la commissione aveva convocato l'avvocato Fabrizio Paoletti (la persona che ha chiamato in causa Marini), ed una scheda con i dati ed una foto di Trantino. È stato, si è chiesto il presidente, un «tentativo di avvicinamento? Un progetto di intimidazione? Far sapere che ci siamo spinti troppo? Tutto da accertare: comunque un segnale inquietante». L'Ulivo, pur riconoscendo la correttezza del presidente, minaccia di abbandonare la commissione. Per il vicepresidente diessino Guido Calvi si sono verificati fatti «non trasparenti» come l'audizione di «personaggi inquietanti» e l'arrivo di documenti anonimi. Per Giovanni Russo Spena di Rifondazione Comunista la commissione si è rivelata inutile e sarebbe meglio scioglierla. Queste sono «reazioni stizzite», ha commentato il leghista Roberto Calderoni, che fanno pensare «che la caccia al tesoro in cui è impegnata la commissione si stia avvicinando alla conclusione». Giuseppe Consolo di An ha intanto chiesto l'allontanamento di Francesca Nanni, magistrato e consulente della commissione, che a suo parere avrebbe agito «al di fuori dei poteri e dei regolamenti» mettendosi in contatto con la magistratura svizzera prima della missione su richiesta del commissario diessino Giovanni Kessler. Anche quest'ultimo, secondo Carlo Taormina di Forza Italia, si dovrebbe dimettere.