NEL GOVERNO TROPPE DICHIARAZIONI A RUOTA LIBERA
Maroni - secondo quanto si apprende da fonti ministeriali - non avrebbe gradito le «dichiarazioni a ruota libera» degli ultimi giorni su quelli che potrebbero essere gli orientamenti del Governo in materia previdenziale, e avrebbe fatto presente al premier che molte delle ipotesi avanzate da consiglieri e tecnici dell'Esecutivo vanno nella direzione opposta a quella della delega in discussione al Senato. La data del vertice non è stata ancora fissata, ma - sempre secondo quanto si apprende - Maroni avrebbe chiesto al premier di organizzare il vertice con Tremonti entro questa settimana. Nel frattempo il ministro ha deciso di «congelare tutte le attività relative alla delega sulla previdenza», dunque anche gli approfondimenti tecnici avviati dopo che i sindacati hanno presentato le loro proposte di modifica della delega. Su tali proposte Maroni non si è ancora pronunciato, assicurando Cgil, Cisl e Uil che una risposta arriverà prima che il Senato concluda l'iter parlamentare della riforma. In particolare - secondo quanto si apprende da fonti ministeriali - al ministro non sarebbero andate giù le ultime proposte, in vista del semestre italiano di presidenza dell'Ue, avanzate sia da alcuni esperti che gravitano nell'orbita del Governo (Giuliano Cazzola, che è anche consulente dello stesso ministero del Welfare, e Renato Brunetta, eurodeputato di Forza Italia) sia da alcuni tecnici del ministero dell'Economia. Maroni - sempre secondo quanto si apprende - si sarebbe lamentato col premier del fatto che alcune di queste proposte, come quella sull'innalzamento obbligatorio dell'età pensionabile, vanno contro lo spirito della delega in discussione in Parlamento: delega che invece prevede un innalzamento dell'età basato sulla scelta volontaria del lavoratore, attraverso un meccanismo di incentivazione che premia chi, raggiunti i requisiti per la pensione di anzianità, opta per la permanenza al lavoro. Il ministro del Welfare, infine, avrebbe anche chiesto a Berlusconi un chiarimento su quella «Maastricht delle pensioni» più volte indicata dal presidente del Consiglio come una delle priorità del semestre italiano di presidenza dell'Ue. Maroni, infatti, ha più volte replicato che una "Maastricht delle pensioni" nel semestre italiano è impossibile, visto che l'Ue non può intervenire sui sistemi previdenziali pubblici che restano di competenza dei singoli Stati membri.