LO STUDIO EURISPES-LIBERAL

I pregi. Ma quali innovazioni della riforma Moratti raccolgono più consensi? Innanzitutto lo studio di una lingua straniera e l'utilizzo del computer sin dal primo anno della scuola primaria (l'85% degli intervistati, di tutte le aree geografiche, è per una valutazione «positiva» o «molto positiva»). Gli studenti. Per il 33,2% degli studenti intervistati, la scuola dovrebbe incrementare soprattutto lo spazio dedicato alle materie umanistiche e letterarie; per il 27,1 quelle tecnico-professionali; per il 22,9% quelle a contenuto scientifico. Bocciati i libri di testo. Agli studenti è stato chiesto un giudizio sull' obiettività dei libri. Un terzo del campione ha espresso pareri negativi, oscillando da un 25,3% per il quale è mediocre a un 9,9% secondo il quale è insufficiente. I genitori promuovono i prof. Le mamme e i papà in larga maggioranza, 64,5%, ritengono il corpo docente preparato e competente e in grado anche di promuovere l'integrazione degli alunni stranieri e di quelli disabili. Ok la scuola a 5 anni e mezzo. Piace ai genitori italiani la possibilità, introdotta dalla riforma Moratti, di mandare i figli a scuola a cinque anni e mezzo. La novità ha riscosso particolare successo soprattutto nel mezzogiorno, dove a gradirla è il 60,6% dei genitori. Una percentuale che cala lievemente al centro, 56,1%. Stipendi troppo bassi. Gli stipendi dei docenti hanno subito negli ultimi anni un calo generalizzato, per tornare, dopo il picco di aumenti del 2001, quasi ai livelli di dieci anni fa. L'inflazione ha infatti eroso il potere d'acquisto delle buste paga, riportando i salari ai livelli reali del 1993. Le retribuzioni iniziali hanno raggiunto il minimo, in tutti e tre gli ordini di scuola, nel corso del 1995, e registrato una leggera crescita nel biennio successivo. Confronto europeo. Germania e Paesi Bassi offrono compensi elevati agli insegnanti che hanno meno di 15 anni di attività, pur non spendendo cifre considerevoli per l'istruzione. In Svezia si spende tanto ma non per gli insegnanti. Al contrario, Grecia e Finlandia pagano poco i prof. Anche l'Italia non concede grandi lussi ai suoi docenti, soprattutto nella primaria dopo quindici anni di insegnamento.