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«Salvaguardare le piccole imprese»

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Il vicepremier Gianfranco Fini boccia in pieno il referendum. «In Germania - ha detto il presidente di An - i rosso-verdi governano da dieci anni, ma l'economia va meglio in Italia, dove il centrodestra, da molto meno al governo, la sta facendo funzionare meglio perché i numeri non dicono bugie». Il leader di An è poi tornato sul tema della guerra: «La pace non si conquista sventolando le bandiere arcobaleno e facendo girotondi infantili, questi ultimi lasciamoli fare ai bambini. Occorre una posizione di responsabilità e coerenza con la politica internazionale. Se fosse stato per una certa sinistra, oggi ci sarebbero ancora i talebani in Afghanistan e Saddam governerebbe a Baghdad». Intanto, si è aperta a Milano, con la manifestazione in piazza Duomo, la campagna per il sì al referendum. «Fidarsi è bene. L'articolo 18 è meglio» è lo slogan scelto dal comitato nazionale promotore, denominato «La giusta causa, stesso lavoro stessi diritti». Uno schieramento sostenuto dai promotori del referendum, da Rifondazione comunista ai Verdi, dalla Fiom ai Cobas, e da una serie di associazioni. Chiedono un sì «perché i diritti non hanno confini, perché il lavoratore non è una merce, perchè la dignità non ha un prezzo, perchè la legge è uguale per tutti». La campagna per il referendum sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori comincerà il 16 maggio, 30 giorni prima del voto popolare, la consultazione voluta da Rifondazione comunista per estendere ai lavoratori delle aziende minori il diritto al reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo. Tutto pronto per dare il via alla campagna per il sì organizzata dal comitato promotore; oltre ai sostenitori «storici» come i Verdi, la Fiom e l'ala sinistra Ds, per il sì si è espressa nei giorni scorsi anche la Cgil. Cisl e Uil restano invece contrarie allo strumento referendario e consigliano di non andare a votare. Un appello lanciato da più parti, mentre sul fronte del no si sono schierate le organizzazioni imprenditoriali che hanno creato il terzo comitato per il voto negativo. Un no secco è arrivato anche dal ministro del Welfare, Maroni, mentre resta valida l'alternativa dell'astensione per altri esponenti della maggioranza e per gran parte dell'Ulivo. Se il voto darà ragione al no l'articolo 18 resterà invariato, mentre se vinceranno i sì il diritto al reintegro sarà automaticamente esteso anche ai lavoratori delle aziende con meno di 15 dipendenti. Impegno per la vittoria del sì al referendum sulla estensione dell'articolo 18 e mobilitazione per lo sciopero generale contro la riforma delle pensioni e del mercato del lavoro sono i temi che impegnano a breve la Confederazione Unitaria di Base (Cub).

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