Berlusconi: «La sinistra è al tappeto»
Il presidente del Consiglio a raffica: «L'Ulivo non sa più a che santo votarsi, usa l'arma dell'odio»
Anche ieri una nuova giornata in cui il premier ha parlato a tutto campo, sparando a zero sull'opposizione. E spiegando che la Casa delle Libertà ha una missione chiara: fare da argine, da baluardo contro i «comunisti, ai quali non deve essere consentito di salire al governo, di andare al potere», perché operando con un «manipolo di magistrati combattenti» si muovono con essi a «colpi di giustizia» per ribaltare il responso delle urne. Quello del presidente del Consiglio è stato un nuovo intervento fiume che galvanizzato la platea di Forza Italia, riunita a Udine. Un discorso durante il wuale il Cavaliere ha alternato attacchi alla sinistra a battute contro la stessa opposizione. «Non vedete loro come sono tristi? Mentre noi siamo sempre sereni e sorridenti. Loro la mattina si alzano, si guardano allo specchio, si vedono, e si sono già rovinati la giornata». Ciuso il capitolo ironia, è partito l'affondo: sono «avversari sono divisi, al tappeto, alla disperazione, allo sbando, non sanno più a che santo votarsi, hanno perso tutte le battaglie, stanno con i no-global, i pacifisti... inseguendo tutti gli estremismi, un magma su cui peraltro non si trovano d'accordo. Ma si ritrovano quando devono offendere insultare noi. Una sinistra - ha aggiunto Berlusconi - che ha un'attrazione fatale per i dittatori». Di qui il riferimento esplicito a Fidel Castro. invitato i suoi a «non sentire il fango che l'opposizione cerca di buttarci addosso» adottando «tutti i mezzi del giustizialismo» con il «collateralismo di un manipolo di magistrati combattenti». E questo perchè incapaci di «muoversi a colpi di democrazia ricorrendo alle libere elezioni». «Noi difendiamo la libertà, siamo stati eletti come barriera ad una sinistra antidemocratica», ha insistito il premier aggiungendo che «non c'è alternativa democratica» alla coalizione da lui guidata. «Non possiamo pensare di lasciare a loro la responsabilità dei nostri figli, del nostro Paese», ha continuato. La sinistra manifesta «odio» - ha continuato il premier - mentre «noi siamo rispettosi, abbiamo una mentalità liberale: per noi è inconcepibile andare a gridare "buffone, in galera", fare gestacci, insultare uno dei loro leader. Questo odio ci dà dolore». Berlusconi ha confermato, poi, la ferma volontà della maggioranza di procedere al rinnovamento dell'architettura costituzionale», con un rafforzamento dei poteri del premier, non escludendo un presidenzialismo alla francese. Un po' a sorpresa ha anche inserito nel pacchetto delle riforme da realizzare nella legislatura, anche la legge elettorale che a suo giudizio «va cambiata». Resta anche il punto fermo del ripristino dell'immunità parlamentare per «tornare a dare ai cittadini la certezza di eleggere i loro rappresentanti senza il rischio che un manipolo di magistrati politicizzati intervenga violando la volontà espressa dagli elettori». Berlusconi ha dedicato un passaggio del suo intervento al presidente Ciampi per dire che è in «grande sintonia» con lui e che gli vuole «anche bene». Per Berlusconi il presidente del consiglio attualmente gode di «pochi poteri», può contare «solo sulla moral suasion» e «non può dimissionare i ministri, è solo un coordinatore». «Io - ha detto - ho meno potere di tutti i primi ministri dei paesi europei». Berlusconi ha dedicato un paio di passaggi al suo alleato di ferro, Bossi. Ha detto che a lui spetta il merito di aver issato la bandiera del federalismo e che pur essendo un «uomo difficile» con cui «ci si scontra dialetticamente», poi approda a soluzioni di «buon senso».