«CASO Borrelli», ultimo atto: l'ex procuratore generale di Milano, Francesco Saverio Borrelli, andato ...
La decisione, che è definitiva, è stata presa all'unanimità dal plenum del Csm. Saverio Borrelli era andato in pensione il 12 aprile del 2002, per raggiunti limiti di età, al compimento dei 72 anni. Ma lo scorso marzo aveva chiesto di tornare a indossare la toga, avvalendosi della norma contenuta nella legge Finanziaria, che ha elevato l'età pensionabile dei magistrati, consentendo a chi ne fa richiesta di rimanere in servizio sino a 75 anni. Una norma di cui, secondo il Csm, si può avvalere solo chi fa ancora parte dell'ordine giudiziario, non chi è già andato in pensione. Per questo il plenum ha rigettato la richiesta di Borrelli. La modifica introdotta con la Finanziaria «è sicuramente mossa dall'obiettivo di far fronte alle carenze dell'organico della magistratura - spiega il plenum nella motivazione della delibera approvata -. Tuttavia la legge intende perseguire questo scopo, consentendo solo il prolungamento del servizio e non anche la ricostituzione del rapporto di lavoro di coloro che siano già stati collocati a riposo». Borrelli è andato in pensione il 12 aprile del 2002 e, dunque, nel suo caso si tratterebbe di ricostituire il rapporto di servizio, il che è «impossibile». Oltre a quella di Borrelli, il Csm ha bocciato istanze analoghe che erano state presentate dall'ex presidente di sezione in Cassazione, Aldo Vessia, dall'ex procuratore di Monza, Cesare Di Nunzio, e dall'ex sostituto pg di Taranto, Giulio Fischetti. Immediata la replica di Borrelli, che ha definito «scontata la decisione». Alla domanda se il provvedimento possa essere impugnato, l'ex procuratore generale ha esclamato: «Certo, come tutte le decisioni di carattere amministrativo, può essere impugnato davanti al Tar, ma non è mia intenzione percorrere questa strada». «Insomma, mi fermo qui - ha aggiunto l'ex pg di Milano -. Non so che cosa faranno gli altri colleghi che avevano formulato analoghe istanze. Io mi dedicherò al mio hobby preferito: la musica». Intanto, il Csm ha deciso che interverrà a difesa dei magistrati di Palermo del processo Andreotti, accusati dopo la sentenza di appello che ha assolto il senatore a vita da alcuni esponenti della maggioranza e dal presidente del Consiglio di aver fatto un uso politico della giustizia. L'iniziativa è stata presa da tutti i 16 consiglieri togati di Palazzo dei marescialli, che hanno chiesto al Comitato di presidenza l'apertura di una pratica a tutela dei magistrati siciliani. St. Mor.