«Lo scontro è solo dannoso al Paese»
Ma, aggiunge, bisogna crederci, le istituzioni devono alimentare un clima di fiducia. E occorre anche rasserenare il clima politico perchè «la lotta politica c'è e deve esserci, ma se supera alcune soglie diventa dannosa, porta a non fare, a bloccarsi a vicenda: porta di fatto all'impotenza». E il presidente può rasserenare questo clima arroventato? «Io faccio quel che riesco a fare. Se qualcuno mi dà un buon consiglio, lo seguo». È in queste battute il leit motiv della prima giornata in Lombardia di Ciampi, che ha ammonito: non prendetevela sempre con Roma. La visita ha avuto inizio alla Fiera di Milano, dove si è compiaciuto dei programmi di ammodernamento realizzati dai dirigenti («Grazie, mi avete dato una iniezione di fiducia», ha detto), ed è proseguita in Piazza Affari per ascoltare la preoccupata relazione del presidente della Consob Luigi Spaventa sulle difficoltà di una Borsa che non riesce a uscire dal tunnel della crisi. «Una buona relazione» ha commentato, aggiungendo la sua convinzione che la ripresa è a portata di mano, bisogna saperla cogliere. Più tardi, nella bergamasca Val Brembana alluvionata lo scorso novembre, lo ha ripetuto con un'immagine eloquente: quella di una bella macchina che non riesce a mettersi in moto per una sciocchezza. «A volte proprio non mi capacito - ha detto - che non sia già in atto una più forte ripresa... È un male che affligge tutto il mondo occidentale, ma io non vedo elementi concreti che lo impediscano. Abbiamo capitali, abbiamo forza lavoro, se andiamo a cercarla, abbiamo tutto per aumentare la produttività. E invece la nostra economia è come una macchina che ha tutto in ordine, che ha un motore potente che non vuol partire perchè manca una scintilla». C'è stato anche un fuori programma quando Ciampi si è lasciato trasportare dai ricordi di gioventù: ha ricordato che da bambino, il padre, che era un rinomato ottico di Livorno, una volta l'anno veniva a visitare la Fiera e lo portava con se, insieme al fratello. «Ricordo che allora, alla fine degli anni '20, inizio anni '30 la Fiera di Milano era avvertita come un evento nazionale. La Fiera era vissuta con grande entusiasmo anche in una città di provincia dell'Italia centrale Mi ricordo - ha aggiunto Ciampi - che mio padre, che era un piccolo operatore commerciale e portava avanti con il fratello una attività di ottica a Livorno, sentiva l'obbligo di venire a Milano alla Fiera. Per loro era un momento che occupava la loro annata. Io e me e mio fratello alla sera eravamo stanchi morti».