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BERLUSCONI «SCOMUNICA» IL TESTO IN DISCUSSIONE ALLA CAMERA

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Tre anni di carcere ai giornalisti che diffamano

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«Un incidente di percorso», ha definito Gaetano Pecorella (Fi), presidente della Commissione giustizia, quanto accaduto in Commissione. Un incidente «su una materia difficilario contemperare quei valori altissimi e cioè l'onore di tutti e la libertà di pensiero». In serata arriva anche la scomunica del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: «Pensare di dare tre anni di carcere ad un giornalista per una dichiarazione è fuori del mondo - ha detto - Non è mai appartenuto e non appartiene certo alla logica liberale della Casa delle liberta». Intanto il ventilato giro di vite ha fatto la sua prima «vittima»: il relatore del ddl di riforma, Gianfranco Anedda di An, che preso in contropiede ha rassegnato le dimissioni dall'incarico per protesta contro il via libera al contestato emendamento. E questo perché, secondo l'esponente di Alleanza nazionale, gli emendamenti «hanno stravolto il testo presentato dalla maggioranza, aumentando notevolmente le pene a carico dei giornalisti». In una nota congiunta contro la Casa delle libertà i deputati del centrosinistra Carra, Finocchiaro, Fanfani, Bonito e Giulietti hanno spiegato cosa è successo in Commissione. «Siamo entrati per riformare la diffamazione a mezzo stampa prevedendo un istituto di garanzia per i diffamati e considerando antiquati e inutili gli strumenti giuridici fin qui adottati, dal carcere all'obbligo di rettifica minimale. Siamo invece tornati indietro con il carcere per i giornalisti e scarsa o nulla soddisfazione per i diffamati». L'esponente della Margherita Pierluigi Martini inquadra il «minacciato» giro di vite sulla stampa nella «logica di regime» con cui «si intende aumentare i controlli sulla libertà d'informazione». E questo mentre la Casa delle libertà vuole ottenere «l'immunità per i politici eccellenti». «Sconcerto» per una «situazione gravissima» ha espresso l'Ordine nazionale dei giornalisti. Più caustico Giuliano Ferrara, direttore del «Foglio»: chi ha proposto tre anni di carcere per le opinioni dei giornalisti è certamente qualcuno che beve troppo».

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