Prodi non vuol litigare con Berlusconi, niente denuncia

Attraverso il portavoce, fa sapere che non denuncerà il premier per le sue dichiarazioni, pur ribadendo di aver seguito, nella vendita della Sme, «tutte le regole e tutte le procedure» e di aver agito «nell'interesse dello Stato». Chiamato in causa da Berlusconi nella vendita della finanziaria del settore alimentare alla Buitoni di Carlo De Benedetti, Prodi, nella veste di ex presidente dell'Iri, ha ieri voluto «archiviare» la sua reazione di lunedì, spostando il discorso sull'importante incarico che l'Italia sta per avere sullo scacchiere internazionale: il semestre di presidenza dell'Unione europea, che inizia il 1° luglio. Sono pertanto incoraggianti le dichiarazioni del portavoce della Commissione europea, Reijo Kemppinen, per il quale «la preparazione della presidenza italiana continuerà» secondo i programmi. Dopo aver ricordato che Prodi ha già avuto un primo incontro con il presidente del Consiglio italiano nel quadro della preparazione della presidenza italiana, il portavoce della Commissione Ue ha dato la disponibilità «a lavorare insieme». Intervistato da Radio Vaticana, Prodi ha comunque fatto alcune precisazioni. «Davanti al Tribunale di Milano si svolge un processo per chiarire se vi sia stato un reato di corruzione di magistrati in relazione alla vendita della Sme - ha detto -. Io non ho alcuna relazione con quelle accuse che riguardano altri e non me». «Tuttavia - ha aggiunto Prodi - l'onorevole Berlusconi mi ha voluto trascinare nel caso, sollevando il problema della congruità del prezzo di vendita, che non ha nulla a che fare con la corruzione dei giudici». «Perciò - ha continuato - ho ritenuto doveroso, data la posizione istituzionale che ricopro, chiarire tutti gli aspetti delle modalità e del prezzo di vendita della Sme. È assolutamente naturale il fatto che, dieci anni dopo, la vendita delle aziende componenti la Sme abbia realizzato un prezzo molto più elevato. In dieci anni i valori di borsa si erano moltiplicati e in questo periodo erano stati tolti i numerosi vincoli alla vendita imposti in precedenza». Ma il suo pensiero principale è andato all'Ue, nella quale «sono fondamentali le radici cristiane, non solo per il nostro passato, ma anche per il futuro. Non vi può essere un'Europa che non tenga conto di che cosa il cristianesimo rappresenta per il nostro continente». «La Commissione europea, che è un organo politico - ha aggiunto Prodi - ha interpretato ancor prima della riforma dei Trattati questa necessità. Ha impostato un dialogo permanente con le Chiese, dialogo che vede la Chiesa cattolica protagonista attiva». Il presidente della Commissione Ue ha poi sottolineato che «le divisioni all'interno dell'Unione europea in tema di pace sono molto particolari, perché sono le divisioni dei governi, mentre c'è una grande unità di popoli». «In tutta Europa - ha aggiunto - i popoli, in modo del tutto straordinario, hanno dato il loro consenso ad una politica di pace». Secondo il presidente della Commissione Ue, compito fondamentale dell'Italia nel prossimo semestre di presidenza dovrà essere quello «di coadiuvare il lavoro alla conclusione della Convenzione, in modo da poter firmare il nuovo Trattato» proprio nel semestre italiano. «Si aggiungono - ha detto ancora Prodi - due nuovi compiti: spingere la nuova politica per il Mediterraneo e per i Balcani». Per Carlo De Benedetti ieri è stato il giorno della replica a Silvio Berlusconi. Al termine della visita del presidente della Repubblica, Ciampi, alla Consob De Benedetti ha ricordato che «un imputato, come tutti sanno, in un processo penale ha diritto di dire qualsiasi cosa». «Ed è esattamente quello che Berlusconi, imputato di corruzione nei confronti di atti giudiziari, ha detto in mezzo a frottole e fantasie» ha aggiunto il numero uno di Cir e Cofide.