Pubblica amministrazione, il futuro nella qualità
Riforma della burocrazia e realizzazione della devolution punti strategici del programma della Cdl
La mega-rassegna nella quale si fa il bilancio e si indica il futuro dell'attività dello Stato e di tutte le realtà amministrative a tutti i livelli, giunge mentre ormai non è lontano il giro di boa di una legislatura nella quale governa una maggioranza che ha fatto del cambiamento della burocrazia e della costruzione di uno Stato federale due dei suoi obiettivi strategici fondamentali. Inoltre, per restare su un terreno più concreto, sono in ballo proprio in questo periodo i rinnovi contrattuali di tre milioni di dipendenti dei vari settori appunto del pubblico impiego. Pubblica amministrazione adeguata o non adeguata vuole dire moltissimo per lo sviluppo o per il declino di un Paese. La qualità e la quantità dell'istruzione determinano il futuro della società, il sistema sanitario deve provvedere alla tutela della salute dei cittadini, il sistema fiscale deve reperire le risorse, l'efficienza delle burocrazie centrale e locali può essere determinante per la nascita e lo sviluppo delle imprese senza il quale non si creano lavoro e ricchezza, e così via. Considerazioni che dovrebbero essere ovvie, ma che vengono alla ribalta nel momento in cui si intende realizzare una rivoluzione dell'organizzazione sociale ed economica nazionale. Non a caso sono in programma numerosissimi convegni, praticamente su tutti i campi della Pa, nel corso delle 5 giornate del Forum. E non a caso questa mattina si comincerà parlando dell'innovazione e delle risorse umane con i ministri Lucio Stanca, Stefania Prestigiacomo e Luigi Mazzella (titolari rispettivamente dell'Innovazione e Tecnologie, delle Pari opportunità e della Funzione pubblica) insieme fra gli altri ai rappresentanti dei Comuni, delle Regioni, degli imprenditori, e si proseguirà nel pomeriggio col ministro delle Comunicazioni Gasparri, coi sottosegretario alla Funzione Pubblica Learco Saporito e agli Interni Antonino D'Alì. Il comitato scientifico ha indicato dieci «azioni di cambiamento» sulle quali è necessario impegnarsi. Sono: ottimizzare l'uso delle risorse, misurare i risultati, fornire servizi di qualità, comunicare con i cittadini, accelerare i processi di federalismo, favorire l'autonoma iniziativa dei cittadini. E ancora: investire nelle risorse umane, favorire la competitività del paese e diffondere l'innovazione, partecipare alla costruzione di una Pa europea, garantire la sicurezza di cittadini e delle imprese. Obiettivo generale sarà quello di individuare gli strumenti per passare «dalle leggi ai manuali e dalle regole ai risultati, presentando le azioni necessarie affinché le pubbliche amministrazioni restituiscano valore ai contribuenti. Fra gli argomenti nodali che saranno affrontati, quello della formazione dei dipendenti pubblici.