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A RODI

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La decisione è stata presa al termine della prima giornata del vertice diplomatico comunitario, il primo con i ministri degli Esteri dei 10 nuovi paesi membri che aderiranno formalmente il primo maggio del 2004, ma che già ora siedono a pieno titolo nei consigli Ue senza però diritto di voto. È la prima misura politica concreta presa collettivamente dall'Ue nel dopo guerra in Iraq. La decisione di principio è stata concordata da tutti i Venticinque, ha annunciato il ministro greco Iorgos Papandreu. Le modalità tecniche del rientro saranno definite nei prossimi giorni. Il ritorno a Baghdad dei rappresentanti diplomatici di tutti i paesi Ue dovrebbe «agevolare l'arrivo degli aiuti umanitari e permetterci di fare una specie di valutazione, di bilancio, sul posto», ha detto Papandreu. L'Italia, ha ricordato Franco Frattini, questa decisione l'aveva già presa. Ma la misura concordata da tutti i Quindici, compresi i paesi dell'ex fronte della pace, Germania e Francia in testa, costituisce simbolicamente «uno degli aspetti della normalizzazione» della situazione in Iraq. I Venticinque hanno anche «tutti concordato sull'ipotesi di inviare un rappresentante qualificato della Commissione Europea» in Iraq, ha annunciato Frattini. Due segnali della ricucitura in corso fra europei dopo le lacerazioni della crisi irachena, in nome del «pragmatismo». «La formula più spesso pronunciata oggi - ha affermato il ministro italiano - è stata "approccio pragmatico", con la volontà comune di trovare soluzioni condivise». Da parte di Francia, e Germania soprattutto, si è confermata a Rodi la volontà di allentare le tensioni.

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