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Naufraga il referendum contro i buoni scuola

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Esulta la Cdl che recrimina sull'inutile spesa di 13 miliardi di vecchie lire; in crisi le sinistre

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Il referendum è naufragato: solo il 24,47% degli elettori ha votato è non è stato superato il necessario quorum del 50% del corpo elettorale. La legge 14 del 20 marzo 2002 che ha finora stanziato un milione 700 mila euro a favore della scuola paritaria resta in vigore. Il centrodestra canta vittoria, mentre grande è lo scorno delle sinistre protagoniste di una vera e propria mobilitazione dai forti toni politici tramite un Comitato per il «sì». Per il presidente della Regione Liguria, Sandro Biasotti, il mancato quorum è quindi «una vittoria politica» della Casa delle Libertà. «Per questa consultazione inutile sono stati sprecati oltre 13 miliardi di lire. Noi — ha dichiarato Biasotti — abbiamo avuto il coraggio di continuare la battaglia per i buoni scuola come battaglia di libertà, ma siamo dispiaciuti per questo sperpero di risorse». «Con quei 13 miliardi di vecchie lire — ha aggiunto — avremmo potuto finanziare le agevolazioni al trasporto pubblico a favore delle fasce deboli oppure finalizzare questa risorsa all'abbattimento totale delle liste d'attesa per gli esami diagnostici». Ha espresso soddisfazione l'arcivescovo di Genova Tarcisio Bertone secondo il quale «i cittadini hanno confermato l'inutilità e l'irrazionalità di questo referendum sui buoni scuola. Ormai — ha sottolineato — deve essere acquisita, e lo è, la convinzione della libertà di scelta della scuola pubblica o paritaria». Il giorno dopo il voto, l'atmosfera era cupa nelle stanze dell'Ulivo e tra le associazioni no-global che hanno promosso la consultazione. La sconfitta riapre vecchie ferite tra le varie componenti che su questo argomento avevano trovato un terreno comune. «Promuovere il referendum sui buoni scuola è stato per la sinistra ligure un errore politico grave», ha detto il deputato spezzino della Margherita Egidio Banti. «Ma di certo — ha aggiunto — non si può dire che il centrodestra, che in Regione traballa, abbia il 75% dei consensi». Quanto ai Ds affermano che quel voto non ha avuto il valore di un test politico. Cobas e Rifondazione intanto se la prendono però con i Ds accusandoli di non aver investito seriamente sul referendum. Per la storia, vale la pena di ricordare che nel sito «controibuoniscuola.org», se si apre la schermata «chi siano» del «comitato per il sì», si legge il seguente elenco di sigle: Arci, Cgil Liguria, Cgil Scuola, Cidi, Cobas, CoGeDe, Comitato Genitori Ponente, Comitato Genitori e Insegnanti-Centro Storico, Ds - Castelnuovo Magra, Democratici di Sinistra, Forum Sociale di Genova, Forum dei Saperi, Giovani Comunisti, Italia dei Valori, Movimento degli Universitari, Movimento dei/delle Disobbedienti, Nuovo Progetto, Pcdi (sigla forse frutto di un refuso e che sta evidentemente per Pdci al cui sito collega n.d.r.), Rdb/Cub, Rifondazione Comunista, Sdi, Sinistra Giovanile, Studenti in Movimento, Studentipuntonet - La Spezia, Uil, Uil Scuola, Verdi. D. T.

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