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I penalisti proclamano 8 giorni di sciopero

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La protesta per il mancato varo delle riforme. Gargani: «Questa volta esagerano»

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È la protesta organizzata dai penalisti contro la politica sulla giustizia del governo. A proclamare la mobilitazione è stata l'Unione delle Camere penali che lamenta il mancato varo delle riforme necessarie per la giustizia penale e boccia quelle del governo, a cominciare dal progetto sull'ordinamento giudiziario. «Si è ormai giunti alla metà della legislatura senza che le riforme necessarie ed urgenti sulla giustizia penale sono state varate» lamenta la giunta dell'Unione nel lungo documento che proclama l'astensione. In particolare, «la revisione del codice di procedura penale alla luce dei principi del Giusto Processo proclamati dall'articolo 111 della Costituzione, già da tempo richiesta dall'Unione, è rimasta inattuata mentre si è proceduto e si procede con interventi disorganici ed emergenziali». Mentre la proposta di riforma dell'ordinamento giudiziario «da un lato non realizza affatto l'obiettivo della effettiva terzietà del giudice, principio di rango costituzionale solennemente proclamato dall'articolo 111 della Costituzione che impone la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, e d'altro lato delinea soluzioni (come lþampliamento del potere di avocazione da parte dei Procuratori Generali presso le Corti Appello) sorpassate e allarmanti». Nel mirino dei penalisti anche la stabilizzazione dell'articolo 41 bis dell'ordinamento penitenziario e l'introduzione della flagranza differita per la repressione dei fenomeni di violenza in occasione delle manifestazioni sportive: entrambe «si pongono in netto contrasto con i diritti costituzionalmente garantiti, sono espressione di una concezione autoritaria ed emergenziale della legislazione, e si ispirano ad una demagogica ricerca del consenso». Il problema non riguarda solo le riforme. «La situazione in cui versa la amministrazione della giustizia è la causa primaria delle disfunzioni e dei ritardi che sono da decenni sotto gli occhi dei cittadini italiani»;, sostengono i penalisti. Eppure «nel corso dell'attuale legislatura le risorse destinate al settore giustizia sono state ridimensionate». «Specchio fedele di questo indirizzo» è la circolare ministeriale del 3 marzo 2003 con cui «in molte sedi giudiziarie sono stati interrotti i servizi di stenotipia e trascrizione dei verbali di udienza»; con il risultato che si è «tornati alla verbalizzazione manuale ed in forma riassuntiva palesemente arcaica». L'Unione ricorda di aver da tempo «segnalato la gravità della situazione» e in particolare di aver chiesto al governo «di coinvolgere nel processo riformatore le varie componenti del mondo giudiziario, ed in primo luogo gli avvocati penalisti». «Scioperare inopinatamente e senza collaborare mi sembra un'esagerazione», commenta il responsabile Giustizia di FI, Giuseppe Gargani. «Programmare uno sciopero sulla proposta che il Senato sta elaborando - ha detto Gargani - mi sembra un'esagerazione perchè bisognerebbe invece lavorare assieme per dare il proprio contributo al fine di migliorare il testo». Gargani evidenzia che «si tratta di una proposta del Governo all'esame di un ramo del Parlamento che ha le sue linee ispiratrici da convalidare e da accettare; però - conclude - ogni cosa può essere migliorata».

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