Elezioni, la Lega alza i toni ma la Cdl la frena
Gli esponenti del Carroccio esasperano ulteriormente il clima in vista della tornata elettorale di maggio. Tocca di nuovo a Roberto Calderoli, coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord, ribadire: «Non voteremo mai la controriforma centralista La Loggia-D'Onofrio». Calderoli, in un'intervista a La Padania, riassume le principali obiezioni al testo La Loggia e ad una domanda su quello che potrebbe succedere in caso di un loro mancato accoglimento afferma: «La Lega potrebbe anche uscire dal governo. Ma la domanda dovrebbe essere un'altra: visto che quello di cui stiamo parlando non era previsto dai patti di governo, ha ancora senso che la Lega stia al governo?». C'è il rischio che si arrivi ad una crisi di governo? «Non lo so. A Pontida dedideremo cosa fare» dice ancora il coordinatore delle segreterie nazionali della Lega. Per quanto riguarda il testo La Loggia-D'Onofrio, Calderoli spiega: «Non possiamo accettare ne la reintroduzione del concetto di interesse nazionale, nè Roma capitale che si fa leggi per autofinanziarsi a discapito dei cittadini del Nord. Tanto quanto non possiamo che rigettare il principio-capestro in base al quale tutte le regioni insieme sono obbligate ad attivare il federalismo nello stesso modo su tutto il territorio nazionale. Sarebbe una cosa impossibile viste le differenze che esistono oggi in Italia. Un trucco per scardinare il concetto stesso di devoluzione». . Alessandro Cè, capogruppo del Carroccio alla Camera rincara la dose: Berlusconi richiami all'ordine quelle forze della maggioranza che si discostano dal patto firmato con gli elettori che prevedeva la Devolution. «Con tre voti su cento espressi dagli italiani la Lega non può imporre condizioni a chiccessia: è bene che Calderoli si metta l'anima in pace» è la replica del portavoce della Regione Lazio Alessandro Foglietta, che aggiunge: «Il centrodestra nel Lazio raccoglie più voti di quanti la Lega ne ottiene in tutta Italia. La Lega la smetta di disgregare il centrodestra e lavori per costruire non per distruggere». Foglietta inoltre sottolinea che «la legislazione costituzionale in favore di Roma Capitale, voluta dal governo Berlusconi, è la cartina di tornasole per costruire un moderno Stato federale che abbia proprio nella sua capitale il fondamento dell'unità nazionale». La Casa delle Libertà frena. «Chi è solo oggi davanti agli elettori sarà più solo domani nella coalizione» dice il segretario nazionale dell'Udc, Marco Follini, riferendosi al fatto che la Lega ha deciso di correre da sola in alcune zone. Per Sandro Bondi, portavoce di Forza Italia, «forse si attribuisce troppa importanza al prossimo voto amministrativo e questa è l'unica ragione che può spiegare certi toni che sono francamente sproporzionati rispetto ai temi in discussione». «Trovo queste polemiche da ponte pasquale e post-pasquale, abbiamo meno da lavorare e viene più voglia di polemizzare» ironizza Ignazio La Russa, capogruppo di An alla Camera, che minimizza anche l'ipotesi ventilata di una uscita del Carroccio dal governo: «Non vedo questioni gravi nella maggioranza - osserva La Russa - non credo che nessuna forza della coalizione voglia fare a meno del proprio ruolo nel governo». Controreplica di Calderoli: «Si era partiti con il piede giusto, poi qualcuno ha tirato fuori dal cappello delle sorprese».