ELEZIONI E FEDERALISMO, LA LEGA ALZA LA VOCE

Il Carroccio «non voterà mai» quella che Roberto Calderoli definisce «la controriforma La Loggia-D'Onofrio»: è quanto sottolinea lo stesso coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord. «Il ministro La Loggia - sostiene Calderoli - si attribuisce dei meriti e delle competenze che non ha; il merito del federalismo spetta infatti alla Lega Nord, che ha subito complessivamente più di 800 processi per sostenere questo ideale di libertà, mentre il ministro stava ancora studiando il suo passaggio dalla Dc a Fi. Questo passaggio evidentemente ha portato in eredità un carico di centralismo che oggi vediamo esplodere nella proposta di modifica del titolo V della Costituzione, sottoposta dal governo al vaglio della Conferenza Stato-Regioni. Quello che è certo è che la Lega non voterà mai la controriforma La Loggia- D'Onofrio». Calderoli precisa che la Lega non può accettare nè il cappello introduttivo della riforma, con la reintroduzione del concetto di «interesse nazionale», perché «significherebbe lo svuotamento della devoluzione e il tradimento del patto elettorale»), «nè Roma capitale che si fa le leggi per autofinanziarsi a discapito dei cittadini del nord». «Né possiamo accettare - insiste - il concetto che tutte le regioni insieme attivino il federalismo su tutto il territorio nazionale, cosa per altro impossibile, togliendo la possibilità, prevista invece dalla devoluzione, che ogni singola regione attivi una sua competenza esclusiva». «È evidente che il clima preelettorale può indurre a valutazioni non serene» replica il ministro per gli Affari Regionali, Enrico La Loggia. «Un'analisi più approfondita - dichiara La Loggia - porterà certamente a posizioni di maggiore equilibrio. Diamo tempo al tempo, dunque, e ragioniamo con calma senza fare nessun passo indietro sul federalismo - conclude il ministro - ma anche senza estremismi che non sono utili al sistema Italia».