Amministrative, parte la sfida di primavera
Il primo turno si svolgerà il 25 e 26 maggio. 12 milioni di elettori rendono «politico» il voto
Dato che il corpo elettorale chiamato alle urne (primo turno 25 e 26 maggio, eventuali ballottaggi l'8 e 9 giugno) è complessivamente di circa 12 milioni di elettori, è più che evidente che questa consultazione avrà anche un significato politico, soprattutto per quanto riguarderà i risultati dei centri maggiori dove il peso delle particolarità locali è limitato. Da parte della maggioranza, che nelle passate elezioni politiche ha vinto anche facendo in più realtà il pieno dei voti, come in Sicilia, non si ha interesse a considerare questa consultazione come un test politico rilevante. Inverso l'atteggiamento dell'opposizione, che ha già dichiarato che a maggio sarà giudicato l'operato del governo, anche se le esternazioni di questo tipo dopo la veloce vittoria degli angloamericani in Iraq si sono ridotte. Peraltro, nella Cdl non tutti sono d'accordo su una totale mancanza di peso politico del voto amministrativo. Il leader dell'Udc, Marco Follini, pur non parlando di rimpasti o verifiche, annuncia comunque che una correzione di linea dopo le elezioni sarà necessaria secondo i risultati che si saranno avuti. Follini è infatti convinto che la fase di quelli che definisce «gli urlatori» stia passando e che la moderazione avrà maggiore spazio. Quanto all'opposizione, data la débacle subita nelle elezioni politiche, dato che tradizionalmente a livello amministrativo coglie i suoi risultati migliori, e dato che a livello locale può allearsi con il Prc di Bertinotti senza compromettere il quadro politico nazionale, sulla carta può nutrire aspettative positive. Ma si presenta con una situazione interna di drammatiche lacerazioni e contraddizioni. Tutto è in discussione nell'opposizione: l'Ulivo come alleanza elettorale e politica, la leadership della coalizione che è rimasta praticamente indeterminata, il quadro di programma. Basti pensare agli sbandamenti politici verso il girotondismo e il movimentismo che ha trasformato le certezze degli elettori in un happenig continuo, e che hanno colpito prima di tutto i Ds, ma poi l'Ulivo nel suo complesso. Esemplare della questione politica irrisolta nella coalizione d'opposizione è la situazione dell'Udeur. Il leader del partito Mastella, che più volte, ma sempre senza risultato, ha denunciato il pericolo di una deriva che sembra ormai ignorare le ragioni del moderatismo, ha dichiarato ieri che «dopo il voto del 25 maggio ci dovrà essere un chiarimento all'interno del centrosinistra». «Non so - ha sottolineato - se è anomalo questo allargamento del centrosinistra a Rifondazione per le provinciali di Benevento, o è anomalo quanto accade a Ceppaloni dove, come candidato a sindaco, avrò come avversario un diessino». Intanto, sicuro dei risultati elettorali futuri, il leader del Pdci Diliberto ha detto ieri che «queste elezioni amministrative saranno un segnale nazionale fortissimo, tant'è vero che Berlusconi ha dichiarato che se dovesse perdere non si dimetterà». D. T.