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Riecco l'articolo 18, i Ds sempre più divisi Angius: «La Cgil sbaglia, sono per un no netto». Salvi: «Voto sì, Ulivo sempre più a destra»

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L'avvicinarsi della data del referendum sull'estensione dell'articolo dello Statuto dei Lavoratori che impedisce il licenziamento senza giusta causa anche alle imprese che hanno meno di sedici dipendenti crea nuove rotture dentro i Ds, tra Ds e Cgil e dentro il centrosinistra. A surriscaldare gli animi è la possibilità che la Cgil si schieri apertamente per il Sì al quesito promosso da Rifondazione comunista, costringendo di fatto la minoranza interna dei Ds ad andargli dietro. Per frenare l'argine il capogruppo al Senato dei Ds Gavino Angius avverte: il Sì che la Cgil si avvia a pronunciare «è una scelta sbagliata». Di tutt'altro avviso Cesare Salvi, esponente del correntone, e uno dei promotori del referendum, che difende ovviamente il Sì e invita i Ds e l'Ulivo e Cofferati a schierarsi dalla stessa parte, evitando un nuovo appiattimento della coalizione su posizioni di destra». Cofferati intanto continua a glissare, e ripete che farà sapere come voterà quando gli sembrerà «utile e necessario» e «in ogni caso non prima che la Cgil abbia ufficialmente deciso quale scelta compiere». Chi ha già scelto, invece, è la Cisl, il cui segretario Savino Pezzotta, annuncia: «Non voglio fare polemiche con la Cgil. Ero convinto che sarebbero arrivati al sì. Mi sembra la conclusione di un percorso logico intrapreso tempo fa che non condivido». Ma Pezzotta si spinge oltre: la Cisl a «far fallire la consultazione referendaria». «Certamente la mia organizzazione non voterà sì - dice il segretario Cisl - e si impegnerà a far fallire il referendum». Per Cofferati sarà dunque difficicle sfilarsi. A spingerlo sempre più verso il sì all'allargamento dell'articolo 18 è l'ala sinistra dell'Ulivo. Paolo Cento (Verdi) avverte: «Il referendum è una straordinaria occasione per migliorare concretamente la tutela dei lavoratori e per battere le controriforme del governo Berlusconi». Sarebbero oltre tre milioni, pari al 34% degli occupati in Italia, i lavoratori che potrebbero avvalersi dell'art. 18 nel caso dell'estensione nelle imprese con meno di 16 dipendenti, secondo un calcolo dell'ufficio studi degli artigiani della Cgia di Mestre. Le imprese coinvolte, invece, sarebbero 900.000 (91% del totale).

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