L'Annunziata dichiara guerra alla Lega
Ieri, il presidente Rai ha indossato l'elmetto da inviata di guerra ed ha risposto al ministro Gasparri e, indirettamente a Bossi. Prima puntualizzando la sua funzione di «presidente di garanzia» e poi sottolineando che il CdA «riprenderà in mano la delibera sul decentramento, perché la distribuzione territoriale della Rai non può penalizzare nessuno», tanto più Roma. All'Annunziata non è piaciuto il richiamo all'ordine del ministro delle Comunicazioni, che l'altro giorno ha ricordato che «il vero capo azienda è il dg e il presidente non può secondo la legge contare di più». Ed è chiaro che, mentre il dg Cattaneo nomina i suoi assistenti per Nord, Centro e Sud e pensa ad una ipotesi RaiDue trasformata in Spa, a Lucia non piace tanto nemmeno RaiDue a Milano. «Non c'è bisogno che i ministri ci ricordino la legge. Credo che il ruolo del presidente è quello assegnato dalla legge del '93 e nessuno pensa che la legge vada discussa», afferma il presidente aprendo la conferenza stampa del concerto del 1 maggio, al fianco dei sindacalisti. «Siamo tutti bravi cittadini - aggiunge la Annunziata con sarcasmo - che fanno i compiti e che studiano. Ora vi dico cosa intendo io per presidenza di garanzia: garantire il pluralismo perchè i padroni dell'azienda sono i cittadini italiani. L'importante è che ci sia autonomia. La presenza a 360 gradi di tutte le forze politiche sarà garantita da tutti i suoi organi, inclusa la presidenza». Questo per ristabilire il giusto rapporto con tutto il CdA «di garanzia»; poi affronta il nodo del futuro assetto della Rai, perché secondo lei «il problema è come fare la ridistribuzione territoriale della Rai, mantenendo il proprio cervello, come io credo, a Roma. Ci sono delibere del precedente Cda che questo consiglio riprenderà in mano». La Rai «ha il dovere di ridistribuirsi sul territorio, ma questo deve avvenire senza penalizzare altre città e regioni». Pluralismo e autonomia i capisaldi dell'Annunziata-pensiero, per cui la Rai è dei cittadini. E infatti, Epifani e Pezzotta aggiungono subito di sentirsi «un po' comproprietari della Rai, più azionisti che utenti». Il discorso dell'Annunziata interessa molto An, che attraverso Bonatesta plaude all'ipotestica revisione della delibera su RaiDue a Milano, Giachetti della Margherita, ma suscita la rivolta dei leghisti. Radio Padania Libera ha mandato in onda un'ora di violente proteste degli ascoltatori contro l'Annunziata, mentre il vicepresidente del Senato Calderoli insorge: «Annunziata con le sue dichiarazioni tenta di proporsi come interlocutrice politica. Ma chi è, in questo senso, l'Annunziata? Per noi non è nessuno - prosegue il coordinatore delle segreterie della Lega Nord - l'unico interlocutore che riconosciamo è il Cda e in questa sede il voto dell'Annunziata conta per uno». Mentre l'Annunziata litiga con Gasparri (ma ieri la prima riunione del comitato esecutivo Rai sul contratto di servizio, presieduto da Giancarlo Leone, ha esaminato già i temi della Qualità e dei Minori) e con la Lega, Cattaneo non è da meno. Ieri Scalera della Margherita ha inviato al Presidente della Vigilanza Petruccioli una lettera chiedendo l'immediata convocazione del dg della Rai, per chiarire «su quali basi venga architettato un palese tentativo di federalismo televisivo assolutamente inaccettabile e pretestuoso». Il dg però ha come priorità il prodotto e la tragica situazione degli ascolti, frutto delle gestioni precedenti, naturalmente. Il periodo nero della Rai non è finito. Mercoledì, come già era accaduto lunedì e martedì, Mediaset ha vinto la prima, la seconda serata e le 24 ore, con Canale 5 prima rete assoluta. È stato il calcio di Champions League, Milan-Ajax su Canale 5, con 9 milioni 439 mila spettatori (share 33,90) a fare la differenza. Pure «Il commissario Rex» su Raiuno è crollato negli ascolti: dal 25% circa non è andato oltre il 15%. Mediaset in prima serata ha avuto il 51,93% (la Rai il 38,31) con 14 milioni 410 mila spettatori