«Annunziata non può avere più potere»
Veneziani mette un freno: «Solo il CdA bilancia il dg». Tagli alle spese
Il capitolo «risparmio» non è ancora chiuso per il direttore generale della Rai Flavio Cattaneo, che in sintonia con il CdA, prevede di far stringere la cinghia ulteriormente ai propri funzionari, eliminando una serie di voci giudicate superflue e «privilegi» riguardanti auto a disposizione, commissioni esterne, note spese miliardarie per viaggi di lavoro all'estero e ospitalità per grandi manifestazioni come il Premio Italia. Nessun taglio di budget invece è previsto sul prodotto (solo per la Corna c'è stato ridimensionamento e «L'uomo dei sogni» è slittato in autunno perché giudicato caro ma anche brutto) perché gli ascolti vanno male (ieri Merlo della Margherita ha parlato di ennesimo «bagno di sangue»), anzi malissimo, visto che il divario con Mediaset tocca anche 16 punti in meno, e le trasmissioni necessitano di investimenti e qualità. L'allarme audience costringe Cattaneo a lavorare 16 ore al giorno cercando di ripensare il palinsesto (ieri fino a tarda sera la riunione del comitato editoriale) e si spera che la nomina di Agostino Saccà alla direzione di RaiFiction, svegli quel settore dal letargo in cui vive da un anno. D'altra parte con un budget annuale di più di 150 milioni di euro, la Fiction deve assolutamente contribuire al rilancio della Rai, altrimenti sarà un vero fallimento. La prossima settimana, il CdA affronterà forse la nomina di Alessio Gorla al Palinsesto, il caso Santoro, RaiDue a Milano e le deleghe dei consiglieri, ma ieri la polemica puntava ancora sulla definizione dei poteri fra Annunziata e Cattaneo, che nonostante i toni pacati, restano lontani sui principi. Ne sa qualcosa il consigliere Marcello Veneziani, che ha dovuto lavorare ore e ore (più le cinque di consiglio) nelle riunioni preliminari al CdA vero e proprio per ammorbidire i rapporti fra presidente e dg. La richiesta di chiarimento sui poteri «del presidente di garanzia» a Pera e Casini gli sembra però «un boomerang» per l'Annunziata: «Come possono risponderle per lettera? Dichiarando per iscritto eventuali specificità, si sotituirebbero al Parlamento. Sarebbe come cambiare la legge. E non rientra nei loro compiti». Veneziani inoltre sottolinea che il suo «ruolo niente affatto ornamentale» è stato rispettato sempre dal CdA: «Il presidente ha contato molto sull'assetto di guerra, nella diretta su Baghdad e su molte altre cose. Certo non potrà mai avere il 50% dei poteri. Chi può bilanciare il dg (bocciare le sue scelte o anche mandarlo a casa) è solo il Consiglio». Tocca poi al ministro Gasparri, soddisfatto per la «farfalla rossa pro-minori» (negativo invece il Codacons), promuovere Cattaneo: «Finalmente è chiaro un punto: con la relazione di martedì Cattaneo ha dimostrato di essere un vero direttore generale. L'ultimo Cda ha chiuso una prima fase, dopo che il direttore generale - continua il Ministro - ha fissato i paletti delle sue competenze e farà ben altro che compilare buste paga, intervenendo anche sui contenuti». Quanto al problema politico e all'Annunziata, per Gasparri «la presidente Rai, appellandosi ai presidenti delle Camere, si è messa su un crinale molto delicato. Cosa potranno mai dirle Pera e Casini più di quanto è già scritto nella legge?». Il ministro poi ha risposto al leader della Margherita Rutelli che ieri ha difeso a spada tratta il corrispondente Piero Badaloni, chiamando «scandalosa persecuzione» il suo trasferimento da Bruxelles a Berlino. «A Rutelli consiglio una visita psichiatrica. O, in alternativa di parlare con Giuliano Amato, che riconobbe il perenne conflitto d'interessi fra centrosinistra e Rai. Rutelli è in linea, pensa di essere il padrone di viale Mazzini. Inoltre, la maggioranza ha assicurato all'Ulivo un presidente amico, mentre noi abbiamo dovuto beccarci Zaccaria».