Polemiche politiche sul 25 aprile
La sinistra: il premier vada a Marzabotto; la Cdl ricorda i crimini dei partigiani
Oltre alle iniziative che avranno luogo in molte località, specialmente quelle che vissero in modo particolarmente drammatico la presenza dei nazisti, quindi, venerdì nel Cortile d'Onore dove, alla presenza del ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, il capo dello Stato consegnerà sei medaglie d'oro al valor civile ad altrettanti Comuni protagonisti della Resistenza: Casalecchio di Reno (Bologna), Verghereto (Forlì), Ferentino (Frosinone), Valle Corsa (Frosinone), Castelforte (Latina), S.Cosma e Damiano (Latina). Premiata alla memoria anche una delle vittime della strage nazista a S.Anna di Stazzema, Genny Bibolotti Marsili che morì per proteggere il figlio, facendogli scudo contro le raffiche di mitra dei tedeschi. Le tribune montate nel grande piazzale interno del palazzo presidenziale ospiteranno seicento invitati. Quest'anno però la festa della Liberazione, viene celebrata anche con ampio strascico di polemiche. A innescarle ci ha pensato il deputato dei Ds Giulietti il quale ha invitato Berlusconi a recarsi a Marzabotto. Bondi, portavoce di Forza Italia, ha a sua volta invitato Giulietti «a fare tutte le polemiche che vuole, ma a lasciare stare Marzabotto». «Neanche lì - ha detto - i comunisti hanno le carte in regola» e ha rilevato che «va studiato il comportamento dei partigiani rossi, i quali radicalizzando lo scontro con i nazisti in ritirata hanno fatto pagare alle popolazioni civili un prezzo troppo alto». Nello scambio si è inserito il sindaci proprio di Marzabotto, De Maria, il quale ha ricordato che «la storia del massacro nazifascista di Marzabotto è stata purtroppo scritta con il sangue di centinaia di civili innocenti: tentare di confondere la natura di quegli eventi a fini di propaganda politica rappresenta davvero una caduta di stile che non dovrebbe appartenere ad un parlamentare della Repubblica», e ha asserito che «le parole dell'on.Bondi relative all'eccidio di Marzabotto sono gravi ed inaccettabili». Il portavoce di An Mario Landolfi, dal canto suo, afferma che si sta manifestando «la solita tentazione della sinistra di utilizzare a fini di parte una ricorrenza nazionale» e che invece col 25 aprile si dovrebbero «commemorare tutti i caduti e i martiri, anche quelli che furono uccisi solo perché non comunisti, a guerra addirittura finita». Prima che la polemica, nella giornata di ieri, montasse, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi (Udc), aveva fatto un parallelo fra la Liberazione dell'Italia e quella dell'Iraq, e aveva sottolineato che «gli alleati non solo ci hanno liberato, assieme ai nostri partigiani, da una dittatura, ma ci hanno anche aiutato a diventare un Paese libero e democratico», ma anche che «non tutti i partigiani combatterono per la democrazia e la libertà». «Una parte di loro», ha sottolineato Giovanardi, si batté «per imporre in Italia, anche dopo la guerra, un regime di tipo stalinista, non esitando ad eliminare fisicamente chi la pensava in modo diverso».