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Ma l'ex direttore generale non ottiene la piena autonomia. Nuove sedi a Madrid e a Pechino

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Tremonti avverte l'Annunziata: non può pretendere poteri che non le spettano. Il presidente si appella a Pera e Casini Tregua armata ai vertici Rai. Saccà alla Fiction

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Lucia ha incassato bene il colpo che le ha inferto Tremonti in mattinata avvertendola che insistendo nel forzare sui poteri, rischia di danneggiare l'azienda, ma poi chiude il CdA lungo cinque ore e mezza, chiedendo il parere dei presidenti di Camera e Senato sul suo «ruolo di garanzia». Insomma, alla fine il CdA è riuscito pure a varare la troppo annunciata nomina di Agostino Saccà alla direzione di RaiFiction, a decidere la riapertura di importantissime sedi di corrispondenza come Madrid, San Paolo del Brasile, Baghdad e Pechino e ad approvare un piano risparmio di 40 milioni di euro (senza tagli editoriali), ma la divisione fra presidente e dg resta ed è profonda. Ad occuparsi della questione «presidente di garanzia» sarà ora la Vigilanza, il 6 maggio. Ma veniamo ai fatti di ieri. Tremonti ha mandato una bella noticina chiarificatrice a presidente e direttore generale, che ieri si stavano accingendo a dibattere in primis sulla verifica dei poteri. Un evidente sbarramento ad ogni deviazione interpretativa della legge da parte di Tremonti, che suona come monito nei confronti del presidente Annunziata e della sua velleità di «contare di più», prendendo iniziative personali senza sottoporle al consiglio e di controllare direttamente le scelte di Cattaneo, soprattutto quelle che non approva. «Il Ministero dell'Economia, azionista di controllo della società (attraverso Rai Holding), precisa che i poteri nella Rai sono disciplinati dalla Legge n. 206/93, la quale riserva al Presidente il diritto di convocazione del CdA e la legale rappresentanza della società, al Consiglio il potere di indirizzo e di controllo e al Direttore generale la gestione dell'azienda. Ogni diversa tipizzazione o deviazione rispetto alle competenze legislative - conclude - costituirebbe un danno per l'azienda». In sintesi: Cattaneo è il vero capo dell'azienda e chi cerca di intralciare il suo lavoro, la danneggia. L'opposizione insorge subito e parla di «intimidazione» da parte del ministro nei confronti del presidente della Rai, mentre la maggioranza afferma che si tratta di una «puntualizzazione» dovuta. Il Cda si riunisce alle 15 e dura cinque ore e mezza. «Nessuna bufera», precisa al termine il consigliere Marcello Veneziani. Il dg espone la sua relazione sui poteri con tanto di pareri giuridici. Consenso unanime da parte dei consiglieri, mentre la presidente Annunziata si riserva di integrare i pareri chiedendo ai presidenti delle Camere chiarimento sulla «nuova funzione del presidente», che ora non è più alla vecchia maniera, cioè alla Zaccaria e Baldassarre, ma è «di garanzia per scelta di Pera e Casini». Le decisioni operative sono invece all'unanimità: Agostino Saccà viene nominato direttore di Rai Fiction, come già annunciato, ma senza societarizzazione (quindi non in autonomia), mentre Paolo Bistolfi diventa suo vicedirettore. Praticamente, se restassero così le cose, a Giancarlo Leone (già direttore di RaiCinema con controllo su RaiFiction) spetterebbe di vigilare sulle sue mosse. Il Cda dà poi mandato al dg per l'apertura di nuovi uffici di corrispondenza. Si procederà al potenziamento delle sedi di Berlino (con particolare attenzione ai Balcani) e di Bruxelles. Decisioni che vedono una sorta di pareggio finale nel match fra presidente e dg, come quella «sul piano dei risparmi e sulla riduzione dei costi». Infatti la riduzione dei costi per circa 40 milioni di euro, avverrà senza intaccare la qualità del prodotto e senza nessun taglio a RaiNet e RaiNews24, come invece previsto. Uno a uno.

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