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SPONSOR in rivolta: il varietà del sabato sera di Raiuno ha perso 6 milioni di spettatori in cinque anni ...

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Dal 1998 a oggi si è passati dai 9-10 milioni di spettatori (con share superiori spesso al 50%) delle edizioni tra il '95 e il '99 di «Carramba», con la Carrà, per passare agli 8-9 milioni di Panariello (share dal 34% al 41%), fino a arrivare alle performance di Fiorello, con «Stasera Pago Io», che ha superato gli 11 milioni (55% di share). Negli ultimi due anni invece una progressiva discesa: 6 milioni e mezzo per «La Bella e la Besthia» con il duo Dalla-Ferilli (29% share); 6 milioni per Morandi con «Uno di Noi» (29%); ancora 6 milioni (con uno share che cala al 25%) per Claudio Amendola, per arrivare infine ai poco più di 4 milioni (19%) di «Sognando Las Vegas» condotto da Luisa Corna. Per i pubblicitari e aziende è allarme. «Ogni sabato sera di Raiuno manda in fumo milioni di Euro, con una perdita negli investimenti proporzionale alla perdita degli ascolti e che si aggirerebbe attorno al 50% rispetto alle previsioni». Da qui un appello: «Più ironia e grandi personaggi per salvare il sabato sera Tv» e stop a attori del cinema che si improvvisano presentatori e alle solite soubrette; meglio piuttosto personaggi della radio, anche se il sogno restano i grandi mattatori: da Celentano a Benigni. «Si registra un allontanamento costante del pubblico dalla formula geriatria del varietà - spiega Saro Trovato, presidente di Meta Comunicazione -. Per fare ascolti il sabato sera sono necessari i grandi personaggi carismatici o, come hanno dimostrato i successi di Maria De Filippi e Jerry Scotti, persone normali all'interno di format collaudati». Spiega Fabio Albanese, amministratore delegato di Starcom Mediavest: «Negli ultimi mesi (l'ultimo sabato è un esempio clamoroso) si sta assistendo a un appiattimento generale dei programmi che si assomigliano sempre di più, un livellamento al ribasso della qualità degli show con conseguenze negative sugli ascolti e quindi sulla voglia di investimenti». Ma nonostante i risultati sempre più «drammatici» in termini di ascolti, le aziende e gli esperti di comunicazione al varietà credono ancora: ben il 58% è convinto che si debba mantenere in palinsesto e, anche se il 28% dice che ormai ha un senso solo se abbinato alla Lotteria, solo il 7% degli intervistati sostiene poi che si tratti di un genere ormai superato. Tutti infine concordano (90%) che l'attuale formula debba essere cambiata. Per il 65% va rivisto ruolo, provenienza e tipologia del presentatore. Tra le critiche: troppo spazio a balletti (54%), show troppo ingessati (49%) e poco spazio a ironia e sorpresa (42%). In molti sottolineano poi come i varietà siano «troppo distanti dal mondo reale e dal quotidiano» (36%), e troppo poco coinvolgenti, per il pubblico a casa e in studio (33%). Rispetto ai varietà del passato la gran parte (48%) lamenta la mancanza di un grande personaggio mentre il 21% non trova l'elemento della straordinarietà dell'evento. E se per il 15% gli autori non si sono resi conto del cambiamento del pubblico, il 9% pensa che mancano del tutto idee nuove e originali. Ma da quale settore dovrebbe arrivare il personaggio salva-varietà? La soluzione, a detta del 39% degli intervistati, va cercata nella radio: personaggi ironici (36%), che non basano la loro professionalità sulla fisicità, ma sulla capacità di intrattenere e di mantenere alta l'attenzione (25%). Non solo, a una grande preparazione, i personaggi radiofonica sommano la novità, non essendo inflazionati come i personaggi del piccolo schermo. Non a caso alcuni personaggi di maggior successo del piccolo schermo, vengono proprio dalla radio: oltre a Fiorello, Gerry Scotti, Amadeus, ma anche la Gialappa's, Camila Raznovich e Fabio Volo. Speranza dei pubblicitari resta quella dei grandi nomi dello spettacolo. Meta Comunicazione ha compilato così, assieme a pubblicitari e esperti di marketing, la lista delle cinqu

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