di DAVID MURGIA «La Pasqua può cambiare le sorti del mondo.
È iniziata con la benedizione del fuoco e l'accensione del cero pasquale la veglia di Pasqua, la "madre di tutte le veglie", che Giovanni Paolo II ha presieduto ieri sera nella basilica di San Pietro. Affaticato dagli ultimi impegni della settimana santa, il Pontefice non ha rinunciato ad amministrare il battesimo a sette catecumeni (adulti fino ad ora non battezzati) che ieri sera hanno ricevuto i sacramenti dell'iniziazione cristiana, provenienti da Nigeria, Burkina Faso, Italia, Tunisia, Giappone, Burundi e Stati Uniti. E anche in questa occasione il Santo Padre indirettamente ha rivolto il pensiero all'umanità sconvolta dalle guerre e dalla violenza. «Se Cristo - ha spiegato il Papa - fosse rimasto prigioniero del sepolcro, l'umanità e l'intero creato, in un certo modo, avrebbero perduto il loro senso». «In questa notte santa - ha aggiunto - è nato un popolo nuovo con il quale Dio ha suggellato un'eterna alleanza. Con la Risurrezione la creazione riacquista il suo autentico significato. È come un nuovo inizio della storia e del cosmo». Dunque con la veglia di ieri sera si conclude questo triduo pasquale che Karol Wojtyla ha voluto interamente dedicare al tema della pace. Giovedì scorso, infatti, aveva donato le offerte della messa in San Pietro alle popolazioni irachene. Venerdì, invece, ha dedicato la tradizionale Via Crucis al Colosseo alle «popolazioni sofferenti, ai bambini che muoiono di fame e alle vittime del terrorismo». Questa mattina invece, Pasqua di Resurrezione, il Pontefice alle 10.30 presiederà la messa sul sagrato della Basilica Vaticana e a mezzogiorno pronuncerà il suo messaggio pasquale e impartirà la Benedizione "Urbi et Orbi" (alla città e al mondo). Per questa occasione ottanta televisioni da 53 paesi del mondo saranno collegate per la diretta. Ancora una volta la piazza sarà un grande giardino fiorito: per il 18mo anno consecutivo l'Ufficio olandese dei fiori, il Centro internazionale dei fiori da bulbo e "Plant Publicity Holland" offriranno al Santo Padre un omaggio floreale composto di dieci aiuole, 15mila fiori, arbusti e piante, con prevalenza dei colori bianco e giallo, in omaggio al suo 25mo anno di Pontificato. Amaro il bilancio tracciato dell'Osservatore romano per la Pasqua del 2003, teso tra sfiducia per la situazione mondiale e speranza data dalla fede. «Nell'Oriente teatro di Bibbia e Vangelo - scrive oggi Giorgio Rumi - c'è fragore delle armi, sospetto e vendetta». «C'è - aggiunge - una tentazione misteriosa al ricorso alla forza, suggerita anche dalle insufficienze dei meccanismi politici che sembrano incapaci di ottemperare alle loro ragioni di esistenza. Solo la potenza sembra vittoriosa e gravida di risultati».