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Nel Lazio il 10 febbraio sarà «giornata dei valori nazionali»

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In aula sono state approvate le modifiche del testo varate dalla commissione. I più rilevanti riguardano: nel testo originario il titolo di questo articolo era «Giornata di celebrazione dei valori nazionali», cui ora è stato aggiunta la dicitura «della Repubblica». Si parlava inoltre della «diffusione di sentimenti patriottici», frase trasformata in «diffusione dei sentimenti di appartenenza alla Patria». Proprio su questo punto, su richiesta dei Ds e della Margherita, la commissione aveva aggiunto «e la valorizzazione dei principi di libertà, democrazia ed unità sanciti dalla Costituzione». Anche la parola «Nazione», di cui si intende favorire la conoscenza delle radici storiche, è stata sostituita dal termine «Repubblica». Modifiche accolte con soddisfazione da una parte dell'opposizione (Margherita e Ds) che hanno infatti votato a favore della legge. «È una legge importante - ha dichiarato l'assessore regionale agli affari istituzionali Donato Robilotta, relatore del provvedimento - la patria è una e questo valore va trasmesso alle nuove generazioni soprattutto in un momento di passaggio, come questo, verso una maggiore autonomia delle regioni». «Su nostra iniziativa - hanno detto il capogruppo dei Ds Michele Meta e il consigliere regionale Giuseppe Parroncini - sono stati inseriti nella legge fondamentali richiami all'unità della Repubblica, alla Costituzione repubblicana, con particolare riferimento ai valori di libertà e democrazia». «Abbiamo preteso, all'atto della discussione della legge - hanno aggiunto - una chiara presa di posizione, da parte della giunta regionale, di condanna delle dichiarazioni di Bossi e a difesa del ruolo di Roma come capitale della Repubblica». «Perchè abbiamo cambiato la legge originaria e per dare un chiaro segnale contro il secessionismo di Bossi»: così il capogruppo regionale della Margherita Giovanni Hermanin ha spiegato il sì. «Ho votato a favore di questo provvedimento - ha aggiunto - per una serie di buone ragioni. Innanzi tutto nel lavoro di Commissione ho contribuito a riscrivere totalmente il testo (basta confrontarli), trasformando il provvedimento da un inno nazionalista a un provvedimento ispirato ai valori della democrazia e della Repubblica, in linea con i principi della Costituzione repubblicana e con l'opera quotidiana del Presidente Ciampi». «Infine perché penso - ha concluso il capogruppo della Margherita - che la Democrazia, la Costituzione e la Repubblica siano nate dal sacrificio degli antifascisti e quindi siano fondanti per la mia forza politica, mentre non lo sono per la Destra, per la Lega e anche per quei cretini che recentemente hanno fischiato l'inno nazionale davanti al Quirinale». Per il capogruppo regionale di Fi Alfredo Antoniozzi «la Giornata di celebrazione dei valori nazionali della Repubblica svolgerà un ruolo di forte collante sociale, attraverso un grande lavoro culturale e di informazione rivolto in particolar modo ai giovani». «Affermiamo con forza questo impegno - ha aggiunto - nel momento in cui esiste nel Paese un forte dibattito sull'ordinamento dello Stato e sui suoi fondamenti: un dibattito che riguarda le singole soluzioni, ma non la visione dello Stato e della Costituzione da parte del Governo che, nella riforma del titolo V delle Costituzione, ha affermato con grande chiarezza e senza possibilità di equivoci che Roma è la capitale d'Italia». La giornata dei Valori Nazionali si celebrerà il 10 febbraio facendola «coincidere con quella in memoria degli italiani infoibati da Tito», ha spiegato il presidente della Regione Lazio Francesco Storace.

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