La Camera se ne occuperà dopo Pasqua. Gianni Minà fa una piccola autocritica: «Esprimo amarezza per la pena di morte». Ma non cita il rais di L'Avana
Il presidente della Camera Pierferdinando Casini ha annunciato che l'aula di Montecitorio dopo Pasqua dedicherà una seduta al dibattito sulle recenti condanne ed esecuzioni capitali a L'Avana. I 78 intellettuali condannati nei giorni scorsi a Cuba a pene tra i 20 e i 30 anni sono i promotori del cosiddetto «Progetto Varela», cioè il manifesto che chiedeva maggior democrazia e che verso la fine dello scorso anno ha raccolto in poco tempo 11.300 firme. Ai condannati va aggiunta l'esecuzione capitale, dopo un processo per direttissima, di tre giovani di colore che hanno tentato di dirottare un traghetto di linea per fuggire dall'isola. Dalle pagine del «Manifesto» è il grande vecchio della sinistra italiana, Pietro Ingrao, ad indignarsi contro le condanne e le esecuzioni. «Le notizie che giungono da Cuba sono allarmanti e non consentono silenzi», scrive l'anziano leader comunista. Anche Claudio Martini, il presidente della Toscana ha fatto sentire la propria voce scrivendo a Fidel Castro con la precisa richiesta di rilasciare tutti i detenuti politici e di commutare le condanne a morte. Un altro presidente di Regione, Antonio Bassolino, è invece nell'occhio del ciclone a causa di una visita a Cuba già in programma da tempo. Il sottosegretario all'Ambiente, Antonio Martusciello (Fi) ha chiesto al governatore della Campania di annullare il viaggio, «per un dovere morale e istituzionale». La polemica a sinistra non ha invece scalfito le posizioni di Pdci e Prc, da sempre amici del partito comunista cubano. «Senza imbarazzi e senza reticenze, i Comunisti italiani sono con Cuba anche in questo momento», ha detto il responsabile esteri del Pdci, Jacopo Venier, secondo cui «a Cuba non c'è una feroce dittatura, ma c'è un regime politico che si può criticare ma che ha assicurato al suo popolo dignità e diritti impensabili in quella parte del mondo». C'è poi chi, come il responsabile comunicazione di Forza Italia alla Camera, Giorgio Lainati, chiede conto ai riformisti del centrosinistra, Fassino e Rutelli, dei propri «compagni di viaggio» Diliberto e Cossutta. Con una mozione firmata da alcuni deputati e senatori, come Gustavo Selva (An), Patrizia Paoletti Tangheroni (Fi) e Ida Di Benedetto (FI), si chiede al governo di «rivedere del tutto i rapporti commerciali con Cuba», oltre che di congelare gli aiuti, condizionandoli al rispetto dei diritti umani. Nella conferenza stampa è stato poi sollevato un altro problema di tipo culturale, soprattutto dal segretario dei radicali italiani, Daniele Capezzone, e dal portavoce di Forza Italia, Sandro Bondi: un atteggiamento dei media italiani benevolo verso Cuba e il regime castrista.Gianni Minà fa una piccola autocritica: «Esprimo la mia amarezza per l'accettazione ancora una volta della pena di morte come strumento di difesa per un'aggressione subita». E Baldelli (Fi): «E Jovanotti? Che cosa dice?»