Via libera alla missione in Iraq. Astensioni incrociate tra Cdl e parte dell'Ulivo
E Verdi-Pdci-Rifondazione votano contro tutto e tutti. Ma il riassunto della giornata è nelle parole del premier Berlusconi («Come previsto la maggioranza ha dato il suo voto, confermando le richieste del governo») e in quelle del vicepremier Fini: «L'opposizione è unita solo quando deve contestare il Governo o l'azione angloamericana». Berlusconi ha poi aggiunto: «Non c'è nessun grazie da dire all'opposizione. Anzi, finora, dovremmo dire tutto il contrario». «Ritengo positivo - ha detto ancora Berlusconi - il fatto che noi abbiamo mandato avanti la nostra iniziativa nella piena indifferenza nei confronti delle opposizioni». Dunque, Camera e Senato approvano la mozione della Casa delle Libertà che impegna il governo a proseguire la sua azione sulla missione umanitaria in Iraq. Montecitorio dà l'ok anche parte della risoluzione presentata da Udeur-Sdi-Ds-Margherita sull'invio di un contingente umanitario in Iraq, con l'astensione della Cdl e il no della Lega. Al Senato praticamente va in scena lo stesso copione mentre viene anche una mozione di Andreotti - è stata la più votata - per l'invio in Iraq di presidi sanitari adeguati e di militari con compiti di pubblica sicurezza e logistici, contro la quale hanno votato Verdi, Pdci, Prc e Correntone. Per la maggioranza Landolfi (An) dice che «l'opposizione non tornerà mai al governo», Bondi (Fi) aggiunge: «Almeno una parte ha battuto un colpo». La «missione umanitaria d'emergenza» per l'Iraq sarà accompagnata e scortata da circa 2500-3000 militari italiani, spiega il ministro degli Esteri Franco Frattini, che sottolinea come sia «un obbligo morale intervenire subito» per alleviare le sofferenze della popolazione. L'emergenza umanitaria è tale che, precisa Frattini, non si può aspettare una risoluzione dell'Onu anche se l'Italia la auspica al più presto. Servirà trovare dei soldi per finanziare l'invio degli aiuti d'emergenza e dei militari ma il Tesoro puntualizza: nessuna tassa o balzello in arrivo. Frattini in serata non può che dirsi «soddisfatto». Maggioranza e opposizione vanno oltre sulla salvaguardia del patrimonio artistico iracheno: sono stati approvati tutti i documenti sull'argomento. Il centrosinistra si spacca ancora. Margherita e Udeur propongono una mozione che ricalca il sì alla missione chiesto dal governo e annunciano l'astensione sul documento della Cdl. Dicono di sì Sdi e Ds. Ma proprio nella Quercia si registra la rottura più forte: il correntone dice di no e si accoda a Verdi, Pdci e Rifondazione. Per Francesco Rutelli (Margherita) «il centrosinistra ha visto affermarsi una posizione che giudico molto positiva per l'intervento nell'emergenza umanitaria e in coerenza con la propria posizione di severa critica allo svolgimento della guerra. Questa è la linea su cui la grande maggioranza dell'Ulivo si ritrova. È un Ulivo riformista che guarda al futuro e alle sue responsabilità di governo». Replica di Pecoraro Scanio (Verdi): «Inviare le truppe è un'ulteriore rottura nei confronti della Ue». E Giordano (Prc) aggiunge: «Il voto coincidente CdL e Ulivo? Indecente». «È stato un errore» smorza Diliberto (Pdci). Ma Fassino (Ds) spiega: «La nostra astensione sulla mozione del governo ha il significato di una condivisione dell'impegno umanitario ma anche una sollecitazione a non considerare esaurito il ruolo del nostro Paese in una azione bilaterale». In serata la decisione dell'Italia di inviare in Iraq un contingente di carabinieri è stata giudicata «un'eccellente notizia» da fonti del dipartimento di Stato. Praticamente, conclusa la fase bellica del disarmo dell'Iraq e del rovesciamento del regime di Saddam Hussein, i carabinieri parteciperanno a operazioni per garantire l'ordine nel Paese. Gli Stati Uniti hanno rivolto richieste di collaborazione a vario titolo a circa 65 Paesi e hanno ricevuto risposte positive da 58. «Abbiamo sempre avuto un rapporto stretto con l'Italia», il cui contributo alla coalizione è stato molto